La disposizione, così come elaborata nella bozza di ddl, prevede” l’obbligo per i comuni di ricorrere a forme di aggregazione o centralizzazione delle committenze di livello almeno regionale per gli affidamenti di importo superiore a un milione di euro”.
Con la proposta emendativa Anci la finalità è duplice, si legge sul sito dell’Associazione: “da una parte di venire incontro alle esigenze dei comuni che si sono o si stanno organizzando in convenzioni – per le acquisizioni di beni, servizi e lavori – ai sensi dell’art. 30 del d.lgs. 267/2000, evitando in tal modo di rendere inutili gli sforzi che le amministrazioni stanno compiendo per poter ottemperare, dal 1 settembre 2015, alle disposizioni previste dal riformulato art. 33, comma 3-bis, del codice dei contratti pubblici; dall’altra porre dei limiti minimi di popolazione (10.000 abitanti) per le aggregazioni soddisfacendo l’esigenza, fortemente sentita da più parti, di razionalizzazione della spesa e riduzione delle Stazioni appaltanti”.
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