Il decreto – che attua le disposizioni del decreto legge 12 settembre 2014 n.133, convertito con modificazioni dalla legge 11 novembre 2014 n.164 – definisce le regole tecniche e le modalità per la costituzione, la consultazione e l’aggiornamento dei dati territoriali detenuti dalle pubbliche amministrazioni e dai soggetti proprietari o concessionari di infrastrutture di gas, luce, acqua e telecomunicazioni. Il “sistema informativo” (Sinfi), che sarà gestito dal ministero dello Sviluppo economico (Mise), conterrà così tutte le informazioni relative alle infrastrutture presenti sul territorio, sia nel sottosuolo che nel sopra suolo, e permetterà di velocizzare lo sviluppo delle reti a banda ultralarga e risparmiare sui costi di posa della fibra.
In base a quanto previsto dall’articolato cui ieri la Conferenza Stato Regioni ha dato il disco verde, le amministrazioni pubbliche avranno a disposizione 180 giorni – a partire dalla pubblicazione del decreto – per comunicare le informazioni al Sinfi, mentre 90 saranno i giorni a disposizione degli operatori.
Con il via libera di ieri arriva dunque ai blocchi di partenza – perché ora la vera sfida sarà garantire il rispetto dei tempi per la consegna delle informazioni al Sinfi – una delle misure del Piano nazionale per la Banda ultralarga approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 3 marzo. Una nota del Mise mette poi in evidenza anche la coerenza «con la direttiva europea 61 del 2014 sulla riduzione dei costi di installazione di reti di comunicazione elettronica d alta velocità».
Il progetto, al quale hanno collaborato, oltre al Mise, il dipartimento Funzione Pubblica della Presidenza del consiglio, il ministero dei Trasporti, quello delle Politiche Agricole, Agid, Regioni e Anci, era atteso da anni dall’industria delle Tlc. Che ora avrà dalla sua uno strumento in più che sicuramente potrà agire da facilitatore negli interventi di posa di cavi e fibra ottica.
Un’esperienza concreta in tal senso c’è. A Bologna, infatti, il Comune ha già a disposizione un suo Catasto del sottosuolo. E la cosa ha spinto nei fatti gli operatori a darsi battaglia sui piani di investimento in città. Ieri la società Laboratori Marconi – che ha creato la piattaforma – e Università di Bologna hanno siglato una convenzione per creare adeguati percorsi di formazione.
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