La Commissione europea il 6 aprile scorso ha invitato formalmente l’Italia a mettere in regola con le norme Ue la legislazione in materia di prezzi regolamentati dell’energia elettrica praticati agli utenti sottolineando che i prezzi devono essere fissati sulla base della domanda e dell’offerta. Lo ha reso noto la stessa Commissione. Per Bruxelles, in particolare, i prezzi fatti dallo Stato “ostacolano l’ingresso sul mercato di nuovi operatori e privano i consumatori e le imprese della possibilità di scegliere il servizio migliore disponibile sul mercato”. Oltre all’Italia, la Commissione Ue ha preso di mira i sistemi tariffari attualmente in vigore in Polonia e Romania.
In base a queste considerazioni, e dopo anni e anni di confronto con le autorità nazionali su questo dossier, la Commissione ha quindi deciso di inviare all’Italia e agli altri due Paesi interessati un parare motivato (ultimo passaggio della procedura d’infrazione prima del deferimento alla Corte di giustizia Ue) intimando di mettersi in regola “con i loro obblighi giuridici” entro due mesi.
La legge italiana, si legge in una nota di Bruxelles, impone tuttora ai gestori del sistema di distribuzione di fornire energia elettrica a prezzi regolamentati ai clienti domestici e alle piccole imprese che non abbiano sottoscritto un contratto con un fornitore sul mercato libero. La misura – rileva la Commissione – non è soggetta a un chiaro vincolo temporale, va oltre quanto necessario per tutelare i consumatori e ostacola l’accesso di nuovi operatori sul mercato italiano.
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