Caos sui certificati medici on line

Da oggi scattano le sanzioni per i sanitari. Ma non mancano problemi tecnici e categorie e opposizione chiedono un rinvio. Brunetta: sanzione solo per colpa esplicita. Medici in stato d’agitazione

l 1 Febbraio 2011
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Sui certificati medici on line è caos. I camici bianchi sono sul piede di guerra: “Il sistema ancora non è a regime. Chiediamo a Brunetta di rinviare l’inizio del sistema sanzionatorio o scenderemo in stato di agitazione e valuteremo ulteriori iniziative”. Così Giacomo Milillo, segretario della Fimmg, la più grande associazione dei medici di famiglia. Le sanzioni scatteranno a partire da oggi: i medici che per due volte non invieranno i certificati on line all’Inps rischiano persino il licenziamento. Ma il sistema riscontra ancora forti criticità tecniche, denunciano i medici di famiglia, e ha bisogno di un ulteriore periodo di rodaggio.
“Ci siamo riuniti con l’intersindacale medica – spiega Milillo – e abbiamo deciso di chiedere a Brunetta la proroga di un anno, per definire procedure e gradualità delle sanzioni, che non devono essere umilianti e vessatorie per la categoria. Se Brunetta accetta si può procedere, altrimenti non resta che dichiarare immediatamente lo stato di agitazione; poi vedremo con i nostri avvocati cosa la legge ci consentirà di fare. Metteremo in atto tutto ciò che serve, ci aspettiamo entro oggi qualche cenno dal ministero”. I cittadini “potrebbero essere costretti a recarsi al pronto soccorso aggravando ulteriormente le attese. Un vero e proprio caos”, rincarano Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici e Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici Medicina Generale, i quali ricordano che scade oggi “la moratoria delle spropositate sanzioni disciplinari per i medici di famiglia, le guardie mediche e gli specialisti ambulatoriali che non trasmettono per via telematica la certificazione di malattia, con la pena del licenziamento in caso di reiterazione. Sono invece esclusi dalle sanzioni disciplinari i medici ospedalieri che potranno continuare a rilasciare i certificati di malattia in forma cartacea, così come previsto dalla circolare della Funzione pubblica n. 2 del 2010. Il medico di famiglia o di guardia medica, che per motivi indipendenti dalla sua volontà, non potrà rilasciare il certificato on line – come ancora frequentemente accade per problemi di trasmissione e per il call center inadeguato – potrebbe indurre il cittadino ad ulteriori accessi impropri al pronto soccorso nelle settimane nelle quali si sta manifestando il picco della influenza”. A fronte di circa 17 milioni di lavoratori dipendenti (3,5 milioni pubblici e 13,5 milioni privati), sottolinea la Cgil Medici, “si salveranno dal pasticcio solo i magistrati, gli avvocati dello Stato, i professori universitari, le forze armate e di polizia, i vigili del fuoco, i diplomatici ed i prefetti, per i quali i medici di famiglia dovranno invece rilasciare ancora il tradizionale certificato di malattia cartaceo”.
Per il segretario nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise “la trasmissione telematica dei certificati di malattia non può dirsi ancora un sistema a regime, come già emerso in sede di commissione tecnica, specie per quanto riguarda gli ospedali pubblici, per i quali le stesse circolari ministeriali chiariscono che, sino a quando non saranno decise le misure ad hoc da seguire per i certificati di ricovero, di dimissione e di Pronto Soccorso, i medici continueranno ad elaborare certificati in forma cartacea. Ma reale è il pericolo di un collasso del sistema emergenze-urgenze, anche per un sostanziale disinteresse delle Aziende sanitarie. Infatti, il tempo che deve dedicare il medico a tale compito improprio, sotto minaccia di pesanti sanzioni, anche calcolando solo 5 minuti per operazione, allunga i tempi delle procedure già stressate dalla epidemia influenzale e dalla carenza di personale, e quindi delle attese dei pazienti, in condizioni logistiche spesso inadeguate, specie nei giorni festivi e prefestivi. La prima linea del sistema sanitario viene trasformata in sede chiamata a soddisfare un bisogno puramente amministrativo dei cittadini, aumentando il livello di inappropriatezza dell’utilizzo del servizio e favorendone un uso opportunistico”.
Secondo l’Anaao, “appare chiaro che laddove regioni e aziende sanitarie non abbiano ancora garantito i necessari supporti logistici ed amministrativi, non potrà essere elevata alcuna contestazione di responsabilità nei confronti dei singoli medici dipendenti. Ma, nell’attesa, è necessario prorogare l’entrata in vigore di inique sanzioni anche come segnale di distensione verso una categoria provata dalla crescita esponenziale della domanda contemporanea al calo drastico delle risorse professionali disponibili”. L’Anaao Assomed “valuterà, comunque, tutte le iniziative necessarie per evitare abusi e vessazioni e difendere i medici che dovessero incorrere in provvedimenti ingiustamente punitivi”.
“I Ministri Brunetta e Fazio risolvano quanto prima il caos sui certificati medici on line che ricadrà sui cittadini e sui medici”, attacca Margherita Miotto, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera. “La situazione attuale – ha proseguito Miotto – si è resa possibile a causa di aspetti di natura tecnica e organizzativa non chiari. Solo con il confronto con i medici si può venire a capo di questi problemi; ma, fino ad ora, non c’è stato nessun confronto. Di sicuro da domani (oggi, ndr) per i medici ci sono dure e sproporzionate sanzioni. Il solerte ministro Brunetta non si è accorto che il call center non è perfettamente funzionante? Non si rende conto che le visite a domicilio di fatto rendono inapplicabile la norma? In questo periodo di picco dell’influenza non è accettabile che i cittadini paghino per questo caos prodotto dalla superficialità e incapacità del Governo”.
La risposta del ministro non si è fatta attendere. Sul tema delle sanzioni “timori e paure non hanno ragion d’essere: già da ora le norme prevedono che l’eventuale sanzione abbia luogo solo in caso di ‘colpa esplicita’”, scrive il Ministro della pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta. L’applicazione della nuova procedura, spiega Brunetta è chiarita dalla Circolare n. 2 DFP/DDI del 28-09-2010. “Sarà in ogni caso cura del mio Ministero – afferma – assicurare un attento monitoraggio circa le procedure e i meccanismi di applicazione di quanto previsto, così da evitare il rischio di ingiustificati atteggiamenti punitivi. A questo riguardo ho chiesto agli enti preposti di valutare con il massimo dell’attenzione, della trasparenza e della flessibilità, l’intera tematica delle sanzioni. Su questo specifico punto ho dato mandato ai miei uffici di predisporre una apposita circolare interpretativa”. E ancora Brunetta si dice “disponibile ad ogni ulteriore approfondimento di tutta la strategia di implementazione dell’Ict nel nostro sistema sanitario anche attraverso un incontro da tenersi al più presto”. Brunetta nella lettera inoltre esprime “piena soddisfazione per i risultati raggiunti in questi mesi relativamente alla procedura di trasmissione on line dei certificati di malattia dei dipendenti pubblici e privati. I dati Inps indicano infatti che, a dieci mesi dall’avvio del nuovo sistema, sono stati complessivamente inviati telematicamente quasi 4 milioni di documenti, di cui circa 400mila solo nell’ultima settima. Stando alle ultime informazioni, il flusso medio giornaliero a regime si va attestando su un valore medio di oltre 70mila, con una punta odierna di 105mila unità. Il sistema è, dunque, pressoché a regime. Grazie al contributo fattivo dei medici, ai quali va il mio apprezzamento per l’impegno, l’abnegazione e l’atteggiamento costruttivo, – prosegue Brunetta – questo dato ci porta ad un livello di eccellenza in Europa per quanto riguarda i processi di digitalizzazione nel settore della sanità e ci induce a guardare con ottimismo ai prossimi passi da compiere, soprattutto tenendo conto dei grandi benefici che derivano dall’applicazione delle nuove tecnologie digitali all’intero comparto della salute”.
L’innovazione, ribadisce Brunetta, “porta significativi vantaggi per i cittadini-pazienti che, se malati, sono finalmente svincolati da pratiche burocratiche: basti soltanto pensare che è superiore a 50 milioni il numero di certificati di malattia che ogni anno i lavoratori dipendenti (pubblici e privati) inviano ai propri datori di lavoro. Rilevanti i vantaggi anche per i medici, i quali, grazie alle nuove tecnologie, possono beneficiare di uno snellimento e di una velocizzazione delle operazioni a loro carico. Il tutto con evidenti effetti positivi sul bilancio dello Stato, specie se si considera che l’introduzione delle tecnologie Ict nella sanità (ricette e certificati di malattia digitali, fascicolo sanitario elettronico, prenotazioni di prestazioni on line con pagamenti e refertazione digitale, telemedicina) può generare un impatto positivo in termini di risparmio stimato pari a 12,4 miliardi di euro (pari all’11,7% dell’intera spesa del Servizio Sanitario Nazionale). In questa prospettiva serve dare vita a una vera e propria “alleanza per l’innovazione”, così che tutte le diverse parti coinvolte in questo processo di modernizzazione lavorino assieme per identificare nuovi investimenti, nuove azioni formative, nuove iniziative di comunicazione volte a tradurre in realtà le potenzialità offerte dall’innovazione”.
L’intervento del Ministro non è però bastato ai medici. I quali hanno deciso di entrare in stato di agitazione contro l’avvio a regime del sistema sanzionatorio per i certificati on line, previsto da domani. Lo ha annunciato lo stesso Milillo della Fimmg, che non esclude “altre forme di protesta utili per ostacolare l’applicazione delle sanzioni, a partire dallo sciopero della categoria”. “La lettera di Brunetta – è il duro commento di Milillo – è offensiva, suona come una presa in giro nei confronti dei medici e rivela un completo distacco dalla realtà operativa, che vede il sistema tutt’altro che a regime. Proclamiamo all’istante lo stato di agitazione e concorderemo con le altre organizzazioni sindacali le ulteriori forme di protesta. Brunetta – ribadisce Milillo – ormai ha passato il segno, la sua lettera è offensiva e inaccettabile”.

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