ANCI: “Manovre di contenimento della spesa mettono a rischio i servizi locali”

Il delegato alla finanza locale dell’ANCI, Alessandro Canelli, è intervenuto in audizione in Parlamento sulle procedure di governance dell’Ue

22 Maggio 2024
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Gli Enti locali contribuiscono da anni a contenere il deficit annuale complessivo della finanza pubblica. Qualsiasi manovra di ulteriore contenimento della spesa e delle risorse locali disponibili mette a rischio l’erogazione dei servizi locali e qualsiasi regola può essere concepita solo a livello di comparto, considerando la complessità per gli enti locali della formazione degli equilibri e la forte differenziazione che li caratterizza”.
Questo il monito che arriva da Alessandro Canelli, delegato alla finanza locale dell’ANCI, intervenuto in audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera dei Deputati e Senato riunite.
Canelli ha illustrato l’impatto che la riforma delle procedure di programmazione economica e finanziaria e della governance dell’Unione europea, può generare sui bilanci dei comuni.

>> IL COMUNICATO INTEGRALE SUL SITO DELL’ANCI.

L’analisi dell’ANCI

Dopo aver portato all’attenzione dei parlamentari sul fatto che “diversi operatori hanno richiamato l’importanza del percorso compiuto in anni recenti per abolire i vincoli del vecchio patto di stabilità interno (obblighi di produzione e sterilizzazione di avanzi di bilancio) e approdare ad obblighi di pareggio dei saldi ordinari di bilancio”, ha anche ricordato ciò che è stato compiuto dai comuni che “contribuiscono da anni a contenere il deficit annuale complessivo della finanza pubblica”.

Nuove regole e implicazioni

“Le nuove regole della governance comunitaria– ha spiegato il sindaco di Novara – pone di fatto la spesa primaria netta al centro del percorso di raggiungimento di uno stabile percorso di convergenza sui due parametri tradizionali, il rapporto deficit/PIL e il rapporto debito/PIL, che continuano a costituire gli obiettivi sostanziali del percorso, sulla base rispettivamente delle due misure tradizionali (3% e 60%). Ma sono anche da valorizzare nella declinazione del nuovo patto di stabilità europeo l’esigenza di assicurare un ambiente favorevole agli investimenti, l’attenzione alla dimensione sociale nella scelta dei parametri di definizione e il monitoraggio degli obiettivi nazionali, l’attivazione di un dialogo Stato membro-Commissione per indicare la «traiettoria di riferimento» da rispettare ai fini della convergenza”.

Redazione

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