<p>In forte calo anche le case rurali, diminuite in un anno del 5 per cento, forse anche perché molte erano state classificate in questo modo diversi decenni fa, prima dell’allargamento dei centri abitati, che ha trasformato molte zone di campagna in quartieri periferici. Segno meno anche per due categorie di abitazioni pregiate, A8 (sono le ville, meno 0,2 per cento) e A9 (palazzi, meno 0,9 per cento), due categorie che raggruppano un numero molto limitato di immobili, la somma non arriva a 40.000: il calo riflette probabilmente un cambiamento di destinazione d’uso o magari un frazionamento dell’immobile.</p>
<p>Le categorie che invece crescono sono A1, A2 e A3, rispettivamente abitazioni civili, signorili ed economiche, nelle cui fila sono entrate sicuramente centinaia di migliaia di ex case ultrapopolari. In aumento anche i villini (categoria A7, più 1,4 per cento) e le abitazioni tipiche (per esempio trulli o rifugi di montagna). Nel complesso, nel 2013 lo stock immobiliare italiano è aumentato dell’1 per cento, si tratta di 680.000 unità (delle quali 170.000 sono abitazioni) che sono in gran parte case di nuova costruzione, ma in misura minore anche appartamenti che vengono fuori dal frazionamento di immobili molto grandi. E poi, spiega l’Agenzia delle Entrate, ci sono anche le case “emerse”, quello che cioè vengono identificate grazie alle attività di fotoidentificazione che permettono il censimento di case già esistenti ma mai iscritte al catasto.</p>
<p>Controlli che in questi anni, unitia quelli che hanno permesso la “revisione dei classamenti”, «tendono a rendere sempre più corrispondente la situazione inventariale rappresentata a quella reale», sottolinea l’Agenzia delle Entrate. La rendita catastale media per le abitazioni è di 480 euro mentre per gli immobili in generale sale a 582 euro. Lo stock immobiliare italiano supera il numero di cittadini: si tratta (al netto dei beni non censibili perché non producono reddito) di 66,6 milioni di unità, la cui rendita catastale ammonta a quasi 37 miliardi di euro. Nel 2013 la rendita catastale è aumentata dell’1,2 per cento rispetto all’anno precedente. Le abitazioni sono poco più della metà dello stock complessivo, 34,6 milioni, con una rendita complessiva di 16,6 miliardi di euro; anche per gli immobili residenziali l’apprezzamento rispetto all’anno precedente è stato dell’1,2 per cento.</p>
<p>Le case degli italiani che emergono dai dati del catasto sono di dimensioni abbastanza consistenti. La superficie media degli immobili residenziali è di 116 metri quadri; tuttavia per le abitazioni popolari, ultrapopolari, rurali e per gli alloggi tipici la media scende sotto i 100 metri quadri (addirittura sotto i 60 per gli alloggi ultrapopolari), mentre naturalmente per le case di pregio va ben oltre i 200.</p>
<p>Stessa differenziazione per il numero di vani: in media sono 5,4, però si va dagli 11,2 delle abitazioni signorili o dai 15,9 delle ville ai 4,4 delle abitazioni popolari e circa due e mezzo per le case ultrapopolari e rurali.</p>
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