Campania, semplificazioni in arrivo

Norme regionali/Piano casa

Italia Oggi
13 Ottobre 2010
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Semplificazioni in vista per il piano casa in Campania. Considerate le difficoltà applicative riscontrate dalla legge n. 19/2009, con la quale il consiglio regionale campano aveva provveduto ad adeguarsi alla normativa nazionale, dalla commissione urbanistica fanno sapere che potrebbero essere introdotte soluzioni per abbreviare i termini di concessione del certificato antisismico e un nuovo sistema di verifica delle condizioni urbanistiche e strutturali delle abitazioni in corso di costruzione. La legge regionale, entrata in vigore a cavallo tra vecchio e nuovo anno, non ammette interventi sugli edifici realizzati senza titolo abilitativo, collocati nei centri storici, in riserve naturali, parchi, aree di in edificabilità assoluta o dichiarate ad alta pericolosità idraulica o vulcanica. La stessa consente aumenti di cubatura entro la soglia del 20% sugli edifici esistenti a destinazione residenziale di tipologia uni o bifamiliare, ma anche sulle piccole palazzine fino a mille metri cubi composti al massimo da due piani fuori terra. E’ altresì prevista la riqualificazione delle aree urbane degradate, in quanto i comuni possono individuare zone da destinare alla sostituzione edilizia con aumento volumetrico fino al 50%. E’ stata infine ammessa la sostituzione edilizia con aumento fino 35% della volumetria esistente degli edifici residenziali per gli interventi di demolizione e ricostruzione all’interno della stessa unità immobiliare catastale e delle pertinenze esterne asservite al fabbricato. I lavori devono però essere eseguiti con tecniche costruttive che garantiscano prestazioni energetico-ambientali e in conformità alle norme tecniche per le costruzioni che regolano l’attività edilizia in zona sismica. Proprio su questi aspetti si concentrano le proposte di modifica della legge regionale, che riguardano essenzialmente lo snellimento dell’autorizzazione antisismica e la delocalizzazione degli immobili situati in area a rischio idrogeologico. Nel primo caso si vorrebbe infatti introdurre il meccanismo del silenzio assenso, mentre nel secondo caso si prevede che gli edifici destinati a prima casa ricadenti in area a rischio idrogeologico possano essere ricostruiti con un premio volumetrico del 35% nello stesso comune o in una città limitrofa, previo accordo tra le due amministrazioni interessate.

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