Il 15 novembre scorso il Consiglio e il Parlamento non hanno raggiunto un accordo sulle questioni politiche collegate al bilancio UE con il conseguente fallimento della procedura di conciliazione in seguito alla quale la Commissione europea ha adottato un nuovo progetto di bilancio UE per il 2011, che prevede 126,5 miliardi di euro in pagamenti (+2,9% rispetto al 2010). Si tratta del primo bilancio dell’UE che deve essere adottato secondo la procedura prevista dal trattato di Lisbona. Il trattato introduce un gran numero di cambiamenti, tra cui il fatto che il Consiglio e il Parlamento si trovano per la prima volta su un piano di parità nell’ambito della procedura di adozione. La procedura di adozione è suddivisa in quattro fasi: presentazione del progetto di bilancio da parte della Commissione, cosa che la Commissione ha fatto il 27 aprile chiedendo un aumento del 5,9%; reazione del Consiglio (il 12 agosto il Consiglio ha chiesto un aumento del 2,9%); reazione del Parlamento (il 20 ottobre il Parlamento ha chiesto un aumento del 6%); procedura di conciliazione di 21 giorni per trovare un compromesso tra le due istituzioni (i lavori del comitato di conciliazione sono durati dal 26 ottobre al 15 novembre). Se la procedura di conciliazione fallisce, la Commissione deve presentare un nuovo progetto di bilancio. Se non dovesse giungere a un accordo entro il 31 dicembre 2010, dal 1° gennaio 2011 l’UE opererebbe secondo il sistema del “dodicesimo provvisorio”. In pratica, ciascun capitolo del bilancio sarebbe finanziato mensilmente da un dodicesimo della sua dotazione nel bilancio 2010, o in misura addirittura inferiore se l’importo iscritto nel progetto di bilancio per questo capitolo fosse meno elevato. Questo ostacolerebbe il buon funzionamento dell’UE, in quanto il bilancio non finanzierebbe nuove iniziative o nuovi organi per i quali non erano state stanziate risorse nel bilancio 2010, il Fondo di solidarietà e il Fondo di adeguamento alla globalizzazione risulterebbero bloccati e, in linea generale, le dotazioni mensili di uguale entità impedirebbero una pianificazione su vari mesi. È di fondamentale importanza raggiungere entro il 31 dicembre un accordo sul bilancio dell’anno prossimo”, ha affermato Janusz Lewandowski. “Oltre al fatto che in varie parti del mondo stanno emergendo nuove potenze economiche, dobbiamo dimostrare ai mercati che l’Europa si sforza di sormontare la crisi attuale anziché incagliarsi in dibattiti di natura puramente interna. Contrariamente a quanto si sente dire, il bilancio dell’UE non è un “bilancio per Bruxelles”: il funzionamento delle istituzioni UE rappresenta meno del 6% del bilancio totale, il che significa che quasi il 95% del bilancio serve a rilanciare la crescita economica dell’Europa, è destinato a città, regioni, scienziati, agricoltori e studenti, contribuisce a tutelare l’ambiente, ad affrontare il cambiamento climatico e a rendere più sicuri i trasporti e consente all’Europa di agire all’unisono sulla scena mondiale. Ci serve un bilancio per 500 milioni di europei! Visti gli sviluppi verificatisi ieri al Consiglio e al Parlamento, sono certo che potremo raggiungere un accordo sulla base della nostra nuova proposta di bilancio”.
Bilancio Ue: la Commissione presenta nuovo progetto
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