MILANO – I ballottaggi riscrivono la geografia politica dei municipi. Nei Comuni impegnati nel secondo turno si partiva da 45 a 36 per il centrosinistra (più 4 giunte espresse da liste civiche), e dalle urne sono uscite 59 sindaci di centrosinistra, 18 di centrodestra e 8 di liste e coalizioni civiche, nella metà dei casi con una forte componente del terzo polo. Solo 7 delle 36 amministrazioni di centrodestra confermano la propria scelta, in 24 casi passano a sinistra e in altri due si affidano a liste civiche. Dalle parti dell’opposizione parlamentare il quadro è invece decisamente meno mosso: 31 su 45 rimangono a sinistra, 11 passano a destra, e in tre casi vincono coalizioni civiche. Un ultimo gruppetto di numeri serve a disegnare la situazione complessiva dei centri sopra i 15mila abitanti, che in 49 casi avevano chiuso la partita al primo turno due settimane fa: in totale le amministrazioni uscenti (considerando anche quelle terminate in anticipo per varie ragioni e arrivate commissariate alle elezioni) erano 74 di centrosinistra e 56 di centrodestra (più quattro civiche), e ora si passa a 87 a 39 per il centrosinistra (le 8 civiche completano il quadro). Lo smottamento per Pdl e Lega si concentra in particolare nei feudi tradizionali: il Carroccio dice addio a Novara, città del governatore piemontese Roberto Cota, a Domodossola e a Malnate (Varese), e intorno a Milano il Pdl abbandona Rho (sede dell’Expo), Gallarate, Desio, Arcore e Limbiate, mentre il centrosinistra tiene a San Giuliano Milanese e Nerviano (dove la Lega era arrivata al ballottaggio). Il Carroccio tiene Varese con Attilio Fontana, e trova la novità più gradita a Montebelluna, 31mila abitanti in provincia di Treviso, dove il leghista Marzio Favero costringe il centrosinistra ad abbandonare l’ufficio del sindaco. Rimanendo a Nord, vanno da sinistra a destra anche Rovigo, Salsomaggiore e Cesenatico. Confermando le tendenze emerse al primo turno, per la maggioranza di governo va meglio al Sud, anche se il crollo di Napoli oscura un po’ il tutto. Cosenza abbandona il centrosinistra, e come lei fanno Sora (Frosinone) e Nocera Inferiore (Salerno). Nelle Province, dopo i ballottaggi la situazione rimane a 7 a 4 per il centrosinistra: Pavia e Macerata vanno da destra a sinistra, Campobasso e Reggio Calabria imboccano la strada opposta.
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