MILANO – Gli autovelox fuori dai centri abitati devono essere piazzati ad almeno un chilometro dall’indicazione dei limiti di velocità. I comuni, poi, potranno continuare a trattenere metà delle entrate da multe per eccesso di velocità staccate dalla polizia municipale nelle strade provinciali o statali, ma dovranno destinarle interamente al miglioramento della sicurezza stradale, e chi non lo farà si vedrà tagliare del 30% i proventi; l’altra metà delle somme chieste agli automobilisti indisciplinati andrà all’ente gestore della strada, ma l’Anas non potrà utilizzarli fuori dalla regione in cui è avvenuta la violazione. A scrivere quello che dovrebbe essere il capitolo definitivo della rivoluzione delle multe è il nuovo codice della strada, nel quale, dopo i vari correttivi parlamentari, la commissione Trasporti ha molto ammorbidito le norme nate per impedire ai comuni di fare cassa con le infrazioni stradali. I nuovi obblighi sulla destinazione degli introiti, però, diventeranno operativi solo dall’anno successivo all’emanazione di un decreto con cui il ministero delle Infrastrutture fisserà le modalità per il controllo (telematico) su come i comuni impiegheranno le somme raccolte sulla strada. Confermate, invece, le regole approvate al Senato sulle notifiche dei verbali, che dovranno arrivare in 0 giorni invece degli attuali 150 (sono 100 invece i giorni di tempo per identificare gli obbligati in solido), e viene riportato a 200 euro il limite minimo per poter chiedere la rateazione delle sanzioni. Al pagamento lungo potrà accedere solo chi ha un reddito fino a 10.628 euro: i conti fino a 2mila euro potranno essere dilazionati in 12 rate, quelli fino a 5mila in 25 mentre se la somma supera questo tetto le rate possono crescere fino a 60. Il pericolo maggiore schivato dai sindaci è quello dell’esproprio totale dei proventi da autovelox, che nella versione originale della riforma avrebbero dovuto seguire i proprietari della strada, anche in caso di verifiche effettuate dalla polizia municipale. Il fifty-fifty tra proprietario della strada e comune di appartenenza della polizia municipale permette agli enti locali, soprattutto medio piccoli, di continuare a contare su una voce di entrata che nei casi estremi è arrivata a superare anche i mille euro per abitante. Questi introiti, poi, potranno alimentare la catena dei controlli, e dopo i nuovi correttivi introdotti a palazzo Madama serviranno anche a pagare il personale della polizia municipale (senza violare il patto di stabilità e le regole sul pubblico impiego fissate dalla manovra).
Autovelox a un chilometro dal segnale
Accertamenti. Suddivisi i proventi da multe
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