Autonomia, welfare, crescita: ecco la proposta dell’Anci per il Paese

l 6 Ottobre 2011
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“Una proposta organica formalizzata dall’Anci, per spingere concretamente sullo sviluppo e la crescita del Paese”. Sarà questo il risultato finale della XXVIII Assemblea annuale dell’Anci, che quest’anno ha come titolo “La Repubblica dei Comuni – Autonomia per cambiare il Paese”.
Quattro i pilastri fondamentali sui quali verte l’Assemblea: “Autonomia e riordino istituzionale, welfare, rilancio dell’economia, sviluppo e crescita”.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione sono stati presentati i risultati di un’analisi/sondaggio svolta dalla Fondazione Cittalia Anci-Ricerche e da Swg, intitolataIl ruolo dei Comuni al tempo della crisi”, sulla percezione che i cittadini hanno della crisi economica e del ruolo e delle responsabilità dei diversi livelli di governo, mettendo a confronto i risultati con quelli di un’analoga indagine risalente al 2009.
Nel riassumere i risultati della ricerca Veronica Nicotra, segretario generale di Cittalia, ha sottolineato che “purtroppo sono risultate veritiere le nostre percezioni sul cambiamento della qualità della sofferenza dei cittadini e sull’esigenza di spingere maggiormente sul pedale della crescita e dello sviluppo”. Innanzitutto Nicotra parla del “calo vertiginoso” dell’indice di ottimismo tra i cittadini: “Il 91% pensa che la crisi avrà ancora effetti duraturi, e solo il 9%, rispetto al 28% del 2009, si dice convinto che gli effetti di questa congiuntura economica potranno essere superati velocemente”.
Tutti i risultati confermano ad ogni modo “quello che i sindaci vanno ripetendo da tempo, ovvero che siamo in presenza di una trasformazione del tessuto sociale, economico e lavorativo delle città che stenta a trovare una soluzione adeguata”. C’è però, d’altro canto, una crescente fiducia dei cittadini rispetto alle amministrazioni comunali: “Alla domanda su quale possa essere l’istituzione meglio in grado di affrontare la crisi – spiega Nicotra – si registra un grande scetticismo nei confronti del governo nazionale, mentre aumenta la fiducia nei comuni”.
Paolo Testa, curatore della ricerca per Cittalia, ha infine sottolineato che “ci troviamo di fronte ad una quasi totale perdita della speranza: se nel 2009 il 5% dei cittadini guardava al futuro con un certo ottimismo – spiega – oggi questa percentuale si è completamente azzerata. Nessun degli intervistati ha dichiarato di nutrire speranze per i giorni che verranno”.

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