Non si sa ancora che cosa farà esattamente la nuova giunta milanese di centro-sinistra guidata dal sindaco Giuliano Pisapia. Ma si comincia già a sentire di quanto strizzerà i suoi cittadini. Fra i maggiori prelievi ne è stato annunciato uno (l’aumento del 50% dei biglietti sui mezzi pubblici) che una giunta ecologico-popolare non avrebbe nemmeno dovuto pensare. In un momento in cui, per fortuna, l’inflazione non supera il 2,2% su base annua ma in cui anche il pil, purtroppo, non dà nessun segno di crescita, ha dello stupefacente l’aumento del 50% il prezzo del biglietto dei mezzi di superficie da parte di una giunta di sinistra. Che cosa penserebbero, il sindaco Pisapia e i suoi assessori, se le catene di supermercati operanti nel capoluogo lombardo annunciassero, anch’esse per far tornare i conti, un aumento medio del 20% (cioè il 30% in meno di ciò che ha deciso la giunta di centro-sinistra di Milano per i prezzi dei bus)? E che cosa direbbero i sindacati di fronte a questa ipotesi? Come mai allora la Cgil (o anche solo la Fiom) non hanno subito preso posizione con una manifestazione in piazza Duomo, più utile delle molte che ha indetto in questi ultimi tempi, contro questa decisione che alleggerisce i redditi, non degli agiati ma delle persone appartenenti ai ceti più umili e che, anche per questo, non dispongono di mezzi alternativi di trasporto e per le quali sono proibitivi anche gli oneri del Telepass. E che dire di una giunta come quella di Pisapia che si era doverosamente e opportunamente impegnata, nel suo programma, a espellere, dal centro storico di Milano, tutti i mezzi a motore non strettamente necessari, anche in vista della opportunità di ridurre il livello di inquinamento di Milano che ha già raggiunto picchi assolutamente intollerabili, con diffuse morbilità asmatiche persino presso i bambini. Ma poi, imprevedibilmente e contraddittoriamente, il sindaco ecologico aumenta del 50% il prezzo dei biglietti dei mezzi pubblici, scoraggiando così il trasferimento della domanda di trasporto urbano sui mezzi pubblici, un processo che era già in corso, in uno con il miglioramento indubitabile del servizio (basti ricordare il sensibile prolungamento delle linee metropolitane). Questa mazzata colpisce il ceto, non medio, ma popolare, che è costretto a prendere i mezzi pubblici. Ovviamente non si parla del recupero dell’evasione dal prezzo del biglietto. Chi prendesse jumbo tram in partenza da piazza Duomo (via Torino) e diretti alla periferia, dopo le 22 di sera si accorgerebbe che l’80% non paga il biglietto. Per non disturbare i portoghesi si tartassano i cittadini.
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