Con un debito pubblico previsto in deciso aumento nel 2014 (132,2% del PiI) e un deficit da mantenere necessariamente entro il tetto Ue del 3% il Governo affronta in questi giorni l’appuntamento con le prossimi interventi di politica economica con margini sempre più stretti.
Dopo un triennio di “decisa contrazione” della spesa pubblica, ora le possibilità di operare nuovi risparmi “sono più limitate” e si potranno individuare solo con un “rafforzamento della spending review “, scrive il Ministero dell’economia nell’Agenda per la crescita, secondo una bozza circolata ieri.
Il documento sarà presentato probabilmente venerdì insieme alla Nota di aggiornamento al Def. In questo quadro è in bilico anche la possibilità di scongiurare l’aumento dell’Iva, che in assenza di interventi scatterà dal prossimo primo ottobre. “Ne discuteremo, è una faccenda molto delicata, si tratta di cifre molto elevate”, ha detto cauto il Presidente del Consiglio Enrico Letta, assicurando comunque che ci sarà una riforma dell’imposizione sui consumi che ha “troppe stranezze”. Rinunciare all’aumento costerebbe un miliardo nell’ultimo trimestre del 2013 e circa 4 miliardi l’anno dal 2014 in avanti. Ma per gli ultimi mesi di quest’anno ci sono da trovare i soldi anche per evitare l’aumento della seconda rata Imu, la Cig e le missioni militari.
La Nota di aggiornamento al Def conterrà le nuove stime macroeconomiche e di finanza pubblica che dovranno registrare il rallentamento del Pil rispetto alle previsioni di aprile e il suo impatto sul deficit. L’Agenda per la crescita sottolinea il “perimetro obbligatorio” rappresentato dagli impegni presi in sede europea, nell’ambito dei quali si cercherà di fare tutto il possibile per spingere il Paese verso la crescita. Se il tetto del 3% non può essere dunque messo in discussione, il Governo punta comunque a perseguire quello spostamento del carico fiscale “da lavoro e capitale a consumi, beni immobili e ambiente” indicato nell’Agenda e sin qui bloccato dalla questione Imu.
L’obiettivo prioritario della legge di stabilità restano gli sgravi fiscali sul lavoro, destinati ad “alleviare il peso delle famiglie”, ha spiegato Enrico Letta, e “soprattutto a spingere i contratti a tempo indeterminato”. Per il premier “non c’è alternativa tra aumento Iva e cuneo fiscale, sono due cose molto diverse”. Resta il fatto che entrambi gli interventi costano molto e non sarà facile farli coesistere nelle attuali ristrettezze di bilancio. I conti vanno fatti anche con un debito pubblico che intanto è previsto nel 2014 salire a quota 132,2% del Pil rispetto al 129% stimato lo scorso aprile.
Un balzo sul quale ha influito soprattutto la restituzione alle imprese dei debiti commerciali della p.a. Ora il debito andrà “instradato su una traiettoria stabilmente in discesa”. Per farlo occorre ridurre la spesa pubblica ma senza nuovi tagli lineari con i quali si è ormai raschiato il fondo. Spazi di manovra efficaci vanno trovati attraverso un rafforzamento della spending review , cioè con risparmi mirati e riorganizzazione dell’apparato pubblico. Entro questo mese sarà nominato il commissario ad hoc.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento