«Il futuro dei piccoli comuni si chiama associazionismo, l’unico modo per continuare a garantire i servizi nei mini-enti. Su questo il governo non tornerà indietro, nonostante si renda conto di come il percorso avviato con la manovra sia complesso e richieda un atto di buona volontà da parte di tutti». È un appello alla ragionevolezza quello che il sottosegretario all’interno, Michelino Davico, lancia alla vigilia della XI assemblea dei sindaci dell’Anpci (Associazione nazionale piccoli comuni d’Italia) che si terrà da oggi a domenica a Giuggianello, il più piccolo comune della provincia di Lecce con i suoi 1.248 abitanti. L’esponente del Carroccio, il cui intervento seguirà la relazione introduttiva della presidente dell’Anpci, Franca Biglio, rassicurerà la platea degli amministratori locali che l’esecutivo non intende stringere i tempi di attuazione della norma della manovra correttiva (art. 14, comma 28 della legge 122/201) sull’obbligatorietà dell’esercizio in forma associata (attraverso convenzione o unione) delle funzioni fondamentali da parte dei piccoli comuni. «I mini-enti avranno tempi congrui per l’adattamento alla riforma», ha anticipato Davico a ItaliaOggi, «stiamo lavorando sui decreti applicativi, ma non vogliamo mettere fretta a nessuno perché siamo di fronte a una trasformazione epocale nella gestione dei piccoli comuni, una trasformazione che va fatta insieme». Per il momento, dunque, sembra ancora lontano il dpcm (che il governo avrebbe dovuto adottare entro 90 giorni dall’entrata in vigore della manovra) a cui spetta il compito di definire la dead line temporale per il completamento della riforma e individuare il limite demografico minimo che l’insieme dei comuni tenuti ad esercitare le funzioni fondamentali in forma associata dovrà raggiungere.
Associazionismo con tempi congrui
Oggi Davico all’assemblea Anpci
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