Semplicemente mi sembra importante che Monti in persona affronterà il tema. Io non ho alcuna esitazione a dichiarare che la Chiesa e le altre organizzazioni no profit di solidarietà svolgono un’importante funzione, ma certamente, laddove si ravvisassero attività commerciali o miste, si dovrà intervenire con le tasse: non si può tollerare una “leggerezza” su certe coperture commerciali. Ma sia chiaro: non siamo di fronte alla presa di Porta Pia. La soluzione non è così difficile». L’argomento potrebbe essere affrontato nell’incontro di giovedì prossimo? «Quello è un incontro ad alto livello tra Stato e Chiesa dove si mette a fuoco l’orizzonte del bene nazionale. Il presidente della Cei dimostra un’apertura alla cittadinanza italiana per i figli degli immigrati, nel rispetto della nostra identità, a partire dalla quella cristiana. Lei quale strada intravede? «L’intervento del cardinale Bagnasco conferma il grande rapporto della Chiesa con i bambini e i giovani del nostro Paese di origine non italiana. La Chiesa cattolica è la realtà che più di tutte le altre è impegnata a sostegno delle famiglie degli immigrati. Tra ius soli e ius sanguinis, credo che si possa trovare una via di mezzo e cioè il diritto di cultura. Se questi bambini sono culturalmente italiani, studiano in Italia, parlano italiano meglio della lingua dei loro genitori, diamogli la cittadinanza. Altrettanto importante è l’aspetto dell’identità: non a caso abbiamo appena dedicato un anno per ribadire il significato dell’unità nazionale del nostro Paese. Nel mondo globalizzato, non bisogna trascurare la propria identità, ma va riformulata».
“Applicare l’Ici alla Chiesa escludendo il no-profit”
Il ministro Riccardi dopo l’intervista di Bagnasco “Tra ius solis e ius sanguinis c’è una via di mezzo”
Il Sole 24 OreSemplicemente mi sembra importante che Monti in persona affronterà il tema. Io non ho alcuna esitazione a dichiarare che la Chiesa e le altre organizzazioni no profit di solidarietà svolgono un’importante funzione, ma certamente, laddove si ravvisassero attività commerciali o miste, si dovrà intervenire con le tasse: non si può tollerare una “leggerezza” su certe coperture commerciali. Ma sia chiaro: non siamo di fronte alla presa di Porta Pia. La soluzione non è così difficile». L’argomento potrebbe essere affrontato nell’incontro di giovedì prossimo? «Quello è un incontro ad alto livello tra Stato e Chiesa dove si mette a fuoco l’orizzonte del bene nazionale. Il presidente della Cei dimostra un’apertura alla cittadinanza italiana per i figli degli immigrati, nel rispetto della nostra identità, a partire dalla quella cristiana. Lei quale strada intravede? «L’intervento del cardinale Bagnasco conferma il grande rapporto della Chiesa con i bambini e i giovani del nostro Paese di origine non italiana. La Chiesa cattolica è la realtà che più di tutte le altre è impegnata a sostegno delle famiglie degli immigrati. Tra ius soli e ius sanguinis, credo che si possa trovare una via di mezzo e cioè il diritto di cultura. Se questi bambini sono culturalmente italiani, studiano in Italia, parlano italiano meglio della lingua dei loro genitori, diamogli la cittadinanza. Altrettanto importante è l’aspetto dell’identità: non a caso abbiamo appena dedicato un anno per ribadire il significato dell’unità nazionale del nostro Paese. Nel mondo globalizzato, non bisogna trascurare la propria identità, ma va riformulata».
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