Appalti pubblici, le imprese lanciano l’allarme sull’Iva

Split payment. Con la legge di stabilità «salta» il pagamento del 10% da parte della Pa

Il Sole 24 Ore
21 Gennaio 2015
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È allarme Iva per le imprese che eseguono appalti di lavori pubblici dopo l’inserimento nella legge di stabilità dello split payment, il meccanismo che cancella il versamento dell’importo Iva (pari al 10%) alle imprese appaltatrici da parte della Pa. «È una norma-killer che metterà in ginocchio centinaia di imprese», dice il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, che ha registrato una protesta durissima della sua base e stima in 1,3 miliardi la perdita di liquidità per le imprese. «Non bastasse il credit crunch e il pagamento con almeno otto mesi di ritardo medio da parte delle pubbliche amministrazioni – continua Buzzetti – ora arriva anche questa norma ad aumentare la pressione sulla già difficilissima situazione finanziaria delle imprese. Vorrei ricordare al governo, che credo abbia sottovalutato l’impatto di questa disposizione sul settore, che nella situazione attuale le imprese stanno chiudendo nella gran parte dei casi proprio per l’aggravamento della situazione finanziaria».

Per le imprese appaltatrici, chiusa la possibilità di compensare l’Iva a debito con quella a credito all’interno dell’appalto, non resterà ora che mettersi in fila agli sportelli del fisco per incassare il credito Iva maturato con l’appalto. A questo proposito l’Ance ricorda che in Italia la tempistica per i rimborsi dell’Iva, già sanzionata con una procedura d’infrazione dall’Unione europea, raggiunge anche i due anni e mezzo medi «rispetto ai 7-10 giorni della Gran Bretagna, a un mese della Francia e a sei mesi della Spagna». E proprio l’Unione europea dovrà comunque autorizzare la deroga al regime Iva imposto con lo split payment, pur avendo il governo inserito nella stessa legge di stabilità una norma-catenaccio che consente comunque l’applicazione della norma dal 1° gennaio 2015 in attesa del parere di Bruxelles.

Non è escluso quindi che le imprese, qualora non abbiano soddisfazione dal governo con una modifica alla norma, possano guardare a Bruxelles anche con qualche azione legale. «Abbiamo parlato – dice Buzzetti – con il ministro Lupi, con il sottosegretario Delrio, con il ministero dell’Economia e ci è stata assicurata un’attenzione al problema ma certamente se non ci fosse una modifica della situazione attuale, qualche azione dovremo pur farla». Tutto questo mentre Matteo Renzi lunedì sera a «Quinta Colonna» ha spiegato con dovizia come almeno la metà dell’occupazione persa negli ultimi 6-7 anni riguardi il settore dell’edilizia e come sia necessario ripartire da lì per creare occupazione.

«Anche noi – dice Buzzetti – registriamo qualche segnale di ripresa, per la verità ancora debole e incerto, dalle compravendite nel settore immobiliare e dai bandi di gara per gli appalti, ma nulla che ancora si traduca in cantieri e lavori. Certo è che questa norma sull’Iva rischia di affossare anche questo barlume di ripresa che le imprese stanno aspettando da tempo».

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