BOLZANO ? Quel che non le era riuscito a Bolzano, la Svp lo ottiene a Roma. Grazie al blitz orchestrato dai deputati Zeller e Brugger (e appoggiato dal ministro Calderoli) la soglia per l’obbligatorietà delle gare pubbliche negli appalti dei piccoli Comuni verrà portato da 500mila a un milione di euro: manca solo il via libera al Senato, e poi la modifica sarà legge. «Così si perde trasparenza» tuona Michele Buonerba della Cisl, da sempre attento alla questione. Preoccupazioni anche nel Pdl (Holzmann in aula si è astenuto dissociandosi dal governo), mentre la Svp esulta. «Di fatto abbiamo solo ripristinato la situazione precedente» esulta Zeller, riferendosi alle modifiche che erano state introdotte dalla Provincia sul tema. Proprio la norma sugli appalti aveva innescato un conflitto di competenze con Roma che alla fine aveva costretto la giunta Durnwalder a piegarsi. E così il limite a partire dal quale scatta la gara pubblica, era tornato (come nel resto d’Italia) a 500mila euro. Il blitz della Svp alla Camera cambia però le cose. Per i Comuni sotto i 5mila abitanti (ben 91 in provincia) sarà possibile assegnare con «procedura ristretta» i lavori fino a un milione di euro. In altre parole: sotto tale soglia, non sarà più obbligatorio pubblicizzare la gara, ma basterà invitare tre aziende (a rotazione). Buonerba è preoccupato: «Il caso Ipes non ha insegnato niente? afferma?. Il presunto sostegno alle imprese locali così va a scapito della trasparenza. Anzi, c’è il rischio di creare condizioni ideali per chi è tentato da corruzione e concussione. Inoltre la modifica è in contrasto con le direttive europee». Zeller non è d’accordo si questo punto. «Al contrario, ci adeguiamo alle leggi in vigore nei paesi confinanti come Austria e Baviera. Oggi e loro ditte possono partecipare alle nostre gare, ma non vale il contrario». Timori nel Pdl, che teme discriminazioni anche etniche. «Per la prima volta? riferisce Giorgio Holzmann? mi sono astenuto su un provvedimento sostenuto dal mio governo. In Alto Adige i sindaci hanno spesso abusato di questo sistema. Il rischio è che imprese sgradite vengano escluse dai lavori. Penso alla impresa Schiavo di Vipiteno, 47 anni di attività, che non veniva mai “invitata” dal Comune. Per questo vigileremo». «Il principio sarebbe condivisibile ? aggiunge Maurizio Vezzali ?. Ma è di tutta evidenza che i piccoli comuni, nel formare la propria lista di imprese “affidabili” non avranno grosse limitazioni, e si correrà il rischio che alcune imprese, magari riconducibili a uno dei gruppi linguistici, vengano addirittura escluse». Più ottimista Gigi Spagnolli. «Penso che le buone imprese cittadine, comprese le “italiane”, otterranno lavori anche in futuro. La gara ha dei vantaggi, ma non è il sistema perfetto e ci espone a burocrazia e ricorsi. La modifica è ragionevole». L’assessore Florian Mussner esulta. «Le assegnazioni potranno procedere molto più celermente, e la rotazione garantisce la trasparenza. La novità molto è positiva».
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