Anticorruzione, 25 proposte di modifiche alla Severino

Secondo l’ANAC serve un coordinamento tra le norme sulla inconferibilità degli incarichi e quelle su incandidabilità e sospensione

11 Giugno 2015
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L’Autorità nazionale anticorruzione (ANAC) ha approvato un atto di segnalazione in cui sottopone a governo e parlamento 25 proposte di modifica alla legge Severino. Della legge si è parlato negli ultimi tempi in particolare in relazione alla vicenda di Vincenzo De Luca eletto presidente della regione Campania.

Sulla sospensione, sottolinea l’ANAC, ci sono “divergenze”. Nella legge Severino – segnala l’ANAC – serve un coordinamento tra le norme sulla inconferibilità degli incarichi e quelle su incandidabilità e sospensione: ci sono “divergenze” sui reati elencati e sulle conseguenze legate alla loro graduazione e gravità.

Nello specifico le proposte riguardano ipotesi di modifica, integrazioni di lacune, soluzioni di imprecisioni contenute nelle norme attuative della legge Severino: il decreto legislativo 39/2013 con le misure su inconferibilità e incompatibilità degli incarichi; e il decreto legislativo 235/2012 su incandidabilità e divieto a ricoprire cariche elettive e di governo dopo sentenze di condanna.

L’atto deliberato è frutto del lavoro della Commissione di studio istituita dall’Autorità e vuole contribuire alla discussione, in atto in Parlamento (d.d.l. Madia di riforma della p.a.), sulla revisione del decreto legislativo 39/2013.

Diverse le criticità segnalate nel provvedimento, norma di grande importanza, sottolinea l’Autorità, ma con alcune incongruenze e lacune.

Queste le più rilevanti: mancata disciplina delle inconferibilità a livello nazionale, con grave disparità di trattamento con i livelli regionali e locali; limitazione alle sole figure apicali della disciplina relativa alle aziende sanitarie; mancata armonizzazione delle divergenti discipline (d.lgs. 39 e d.lgs. 235, cosiddetta ‘legge Severino’) delle conseguenze sull’incarico (sospensione) per condanne penali non definitive.

E ancora: alcune definizioni incerte che hanno prodotto rilevanti problemi applicativi, quali quella di “enti di diritto privato in controllo pubblico”, “enti di diritto privato regolati e finanziati”, “amministratore di ente pubblico o di ente di diritto privato in controllo pubblico”; incertezza nella piena distinzione tra amministrazione controllante e enti controllati, con il rischio del perpetuarsi di pericolose confusioni di ruoli; la non sempre proporzionataindividuazione dei ‘periodi di raffreddamento’, cioè del tempo che deve trascorrere, per chi si trovi nelle situazioni di inconferibilità, prima di poter aspirare al legittimo conferimento dell’incarico amministrativo; e infine l’insufficienza del sistema di accertamento delle violazioni e di irrogazione delle sanzioni, nel quale all’ANAC dovrebbe essere riconosciuto un ruolo più attivo, tempestivo ed efficace.

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