“Da un lato – continua Vecchi – abbiamo una riforma di portata storica, considerato che prima d’ora mai in Italia si erano adottate misure strutturali sul tema della povertà in grado di incidere così in profondità a favore di persone in condizioni di disagio. D’altro lato, è stato riconosciuto ai Comuni un ruolo, determinante e di loro competenza, sia nella costruzione dell’impianto normativo, sia nella gestione diretta e quotidiana delle risorse da destinare, sul territorio, a coloro che sono nel bisogno, senza necessità di intermediazioni. I sindaci e i Comuni – prosegue Vecchi – hanno dunque nuovi strumenti per poter contrastare con efficacia le condizioni di disagio economico e sociale presenti nelle loro comunità, cioè nei nuclei sociali che essi stessi rappresentano e che conoscono profondamente, attuando politiche inclusive e azioni a favore di persone e famiglie in difficoltà”.
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