L’Anci riprende l’offensiva contro l’art. 16 della cosiddetta “manovra bis”, quello che fissa nuovi paletti operativi per i municipi fino a 1.000 abitanti attraverso l’istituzione dell’unione dei comuni, chiedendo alla Corte costituzionale di esprimersi sulla sua costituzionalità. A tal fine è decisivo il sostegno delle Regioni, partner fondamentali per presentare l’impugnazione in via diretta alla Corte di Palazzo della Consulta. L’accusa principale che l’Anci muove all’esecutivo, ha spiegato venerdì scorso il presidente Graziano Delrio alla conferenza stampa indetta nella sede dell’Anci per comunicare le decisioni dell’Associazione in merito all’incostituzionalità dell’articolo 16 della manovra-bis che mette in serio pericolo i piccoli comuni sotto i mille abitanti, è ovviamente la manifesta incostituzionalità. Ma sul provvedimento i sindaci fanno piovere anche altre critiche. Le prime perplessità su questa norma – ha tenuto a ricordare il presidente dell’Anci nel corso di un’affollata conferenza stampa, “erano già stati inviate al Governo e al Parlamento prima della grande manifestazione dei Sindaci a Milano, ma senza alcun risultato. Nel complesso, l’articolo 16 della cosiddetta Manovra Bis – ha ribadito – confligge con l’articolo 114 della Costituzione, dando agli enti locali pari dignità istituzionale, facendo mancare così un principio regolativo necessario e togliendo autonomia agli enti locali. Nel recente passato – ha aggiunto – avevamo annunciato che senza cambiamenti avremmo organizzato il ricorso; non abbiamo avuto risposte e quindi ora diventiamo operativi. C’è un pezzo d’Italia, quella dei Piccoli Comuni – ha proseguito Delrio – che finora ha funzionato bene, ma così purtroppo non sarà più, visto che la nuova norma (convertita nella legge 148 a settembre scorso) toglierà anche la necessaria autonomia agli enti locali, principio per noi fondamentale che abbiamo rilanciato al congresso di Brindisi e di cui non intendiamo fare a meno”.
Sull’iter del ricorso nel frattempo è arrivata la disponibilità di parecchie Regioni a fare la propria parte, come ad esempio il Piemonte, la Toscana, l’Emilia Romagna, la Liguria e l’Abruzzo. Un’alternativa al giudizio della Corte costituzionale sull’articolo 16, ha proposto Mauro Guerra, Coordinatore dell’Anci dei Piccoli Comuni, “sarebbe quella di una moratoria sulla sua applicazione, che avrebbe il merito di riaprire il confronto, e l’avvio contestuale di un dibattito in Commissione paritetica per la riforma delle istituzioni. Questa norma – ha aggiunto – oltre al 114 viola anche l’articolo 117 della Costituzione, visto che lede l’autonomia organizzativa e finanziaria dei Comuni: senza dimenticare che è stata approvata con un decreto legge, pur non essendoci i requisiti di urgenza e di necessità. Ma soprattutto – ha ribadito – le norme contenute nell’articolo 16 della cosiddetta Manovra bis non comportano nessun risparmio o forme di risanamento delle finanze pubbliche”.
La strada del ricorso al giudice delle leggi, tuttavia, potrebbe essere ripercorsa nuovamente a breve dai comuni: “Se il maximendamento messo a punto dal Governo dovesse contenere un provvedimento che obblighi gli enti locali ad avviare dismissioni del proprio patrimonio immobiliare o delle partecipazioni nelle municipalizzate, l’Anci – ha avvertito Delrio – sarebbe pronta a portare anche questo provvedimento di fronte alla Corte Costituzionale”.
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