“L’Anci valuta positivamente il decreto ‘Sblocca Italia’, che contiene in sé la possibilità di rimettere in moto gli investimenti, dando nuovo slancio all’economia. Pur tuttavia si evidenziano alcune criticità, che potrebbero rendere ancora più efficace il testo di legge se sanate in sede di conversione”. È quanto ha sostenuto ieri l’Associazione dei comuni, che ha presentato un documento con le proprie osservazioni alla Commissione Ambiente della Camera.
I principali nodi individuati dai comuni si concentrano sull’articolo 4 e l’articolo 17 del decreto, riguardanti le misure per il rilancio dei cantieri e delle opere incompiute e le misure per il rilancio dell’edilizia. In particolare, fa notare l’Anci, “le norme che consentono di far ripartire le opere appaiono restrittive, a causa della nozione di ‘immediata cantierabilità’, propedeutica per l’esclusione delle opere stesse da Patto di stabilità. Per una reale ripartenza dei cantieri – sostiene l’Anci – è necessario specificare che l’esclusione dal Patto vale per tutte le opere per le quali siano state già avviate o siano in corso le procedure di gara, nonché prevedere l’attribuzione di ulteriori fondi, data l’esiguità dei 250 milioni previsti per il 2014”.
Riguardo poi le semplificazioni edilizie, l’Anci “valuta positivamente lo sforzo compiuto dal governo di voler introdurre meccanismi di semplificazione che, se adeguatamente modificati e ponderati con le dovute cautele, potrebbero determinare effetti positivi. Al contempo però – fa notare ancora l’Associazione – sono diverse le disposizioni del decreto-legge che, direttamente o indirettamente, determinano un impatto negativo sui bilanci dei comuni e a cui bisogna porre rimedio”. Da qui una serie di osservazioni e le proposte dell’Anci, contenute nel documento presentato alla Camera, sulle criticità relative all’estensione dell’accezione di ‘manutenzioni straordinarie’, ai permessi di costruire anche in deroga agli strumenti urbanistici e ai contributi per il rilascio dei permessi.
L’Anci, infine, interviene su una serie di altri punti trattati dal decreto, come la valorizzazione degli immobili demaniali inutilizzati, le nuove norme su porti e aeroporti, la promozione del Made in Italy e le misure sulle bonifiche ambientali, come quella che partirà a Bagnoli: in tutti questi casi l’Anci chiede un maggiore e fattivo coinvolgimento degli enti locali nelle decisioni che riguardano materie tanto delicati per i territori.
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