Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale inizia ufficialmente il nuovo corso digitale degli atti notarili. L’evoluzione informatica coinvolge così anche un mondo tradizionalmente e culturalmente cartaceo come quello della burocrazia notarile, ove proprio l’incontro tra l’inchiostro e le pagine hanno siglato per secoli passaggi di proprietà, accordi, eredità e quant’altro. Quel che cambia ora è l’affiancamento alla carta del supporto informatico, consentendo così teoricamente alla filiera di procedere dall’inizio alla fine senza mai utilizzare gli strumenti tradizionali legati a fogli, inchiostro, penna e calligrafia.
La spiegazione della riforma è stata così descritta dal Consiglio Nazionale del Notariato in data 25 giugno, quando il Consiglio dei Ministri aveva approvato in via definitiva il decreto legislativo che regolamenta il passaggio: «Non si tratta solo di documenti firmati digitalmente dalle parti e dai notai, ma di documenti di cui viene garantita la formazione e la successiva conservazione per un tempo illimitato con tecnologie sicure che ne assicurano anche la fruizione. In tal modo il notaio garantisce la sicurezza giuridica con le medesime modalità anche nel mondo del documento informatico. Già prima dell’approvazione di questo provvedimento era possibile non utilizzare la carta per alcuni tipi di atti che potremmo definire più “semplici” (come procure, piccole fideiussioni, etc.) e che non devono obbligatoriamente essere conservati in originale dal notaio, ma sono rilasciati direttamente al cliente per suo libero utilizzo. Dal 2002 il Consiglio Nazionale del Notariato è Autorità di Certificazione per la firma digitale ed iscritto nell’elenco pubblico dei certificatori gestito dal CNIPA. Tutti i notai italiani, infatti, sono dotati di firma digitale, primo esempio di e-government nel settore».
Nella fattispecie, diviene ora possibile:
- «utilizzare l’atto notarile informatico per gli atti relativi all’acquisto casa, al mutuo o la costituzione di società»
- «eliminare la carta nella fase di redazione e, in particolare, nella “conservazione” degli atti, con un notevole risparmio di costi relativi alla gestione documentale, che diventerà indubbiamente più semplice ed efficiente grazie al formato digitale»
La carta diventa una “utility”, ma viene estromessa dal monopolio finora detenuto sui documenti notarili. La firma digitale del notaio e dei contraenti sarà la garanzia dell’autenticità del contratto: i contraenti non saranno peraltro costretti a possedere la firma digitale, ma per essi sarà sufficiente una firma elettronica (cioè la scannerizzazione di una firma su carta) a cui il notaio apporrà la propria certificazione conservando quanto necessario per autenticazioni successive.
Le parti interessate al servizio notarile potranno liberamente scegliere se procedere per via cartacea o per via digitale: quest’ultima scelta abbatterà i costi procedurali, le tempistiche e la comodità dei passaggi, candidandosi così a divenire in breve lo standard del nuovo corso del rapporto tra l’utenza ed il notaio.
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