Di fronte a questo calendario ambizioso, però, i test sono in corso solo da qualche giorno, e hanno finora riguardato le procedure di sicurezza per l’accesso al sistema e un recupero solo parziale delle informazioni, senza finora essersi addentrati sulle verifiche delle varie casistiche di utilizzo di un sistema complesso come l’anagrafe nazionale, chiamata a estendere a tutti i rapporti fra Pubblica amministrazione e cittadini quello che ora succede per l’attribuzione del codice fiscale e della tessera sanitaria.
A lanciare l’allarme sono Confindustria servizi innovativi e tecnologici (Csit) e la sua associata Assosoftware, che raccoglie le aziende produttrici di software gestionale e fiscale. Ad accendere le critiche da parte delle imprese è il “centralismo” del progetto, che ha concentrato su Sogei le competenze (e i finanziamenti) per la creazione della nuova infrastruttura, ma al di là di questo aspetto sono i dati tecnici ed economici a preoccupare gli operatori «Finora – spiega il presidente di Assosoftware Bonfiglio Mariotti – non è stato possibile effettuare test adeguati di interoperabilità fra il sistema locale e quello nazionale, mancano ancora alcune tabelle fondamentali e le specifiche tecniche sono soggette a cambiamenti e integrazioni continue».
Per questa ragione Confindustria, per bocca del presidente di Csit Ennio Lucarelli, suggerisce un «pit stop veloce ma necessario per far partire con il piede giusto questo progetto che è uno dei tassello fondamentali per la digitalizzazione della Pa al servizio dei cittadini».
L’obiettivo finale dell’anagrafe nazionale, indicato pochi giorni fa dal ministro dell’Interno Angelino Alfano e dal direttore delle Entrate Rossella Orlandi, è quello di «inviare tutti gli atti della Pa al computer del cittadino interessato», oltre che facilitarne la vita permettendo per esempio di utilizzare i servizi dell’anagrafe senza dover andare al proprio Comune di residenza. Il processo, però, va accompagnato, e rischia ora di inciampare anche su un problema di costi che preoccupa da vicino aziende di softare e Comuni: ad oggi non è prevista alcuna forma di copertura finanziaria, e per di più la legge di stabilità continua a prevedere l’obiettivo di dimezzare le spese informatiche della Pa, con la sola eccezione dei servizi per la connettività e degli acquisti effettuati tramite Consip.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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