La crescita esponenziale delle città di tutto il mondo prevista nei prossimi due decenni, comporterà rischi significativi per le persone e per l’ambiente. A dirlo una nuova ricerca delle università di Yale, Arizona State, Texas A&M e Stanford, pubblicata su Plos One. I ricercatori prevedono che entro il 2030, per soddisfare le esigenze degli 1,47 miliardi di persone che vi affluiranno, le aree urbane si espanderanno di circa 590.000 miglia quadrate, una superficie pari quasi alle dimensioni della Mongolia.
“È probabile che queste città si svilupperanno in luoghi biologicamente molto diversi da oggi – ha commentato Karen Seto, autore principale dello studio della Yale School of Forestry & Environmental Studies. – Si sta andando incontro ad una crescita degli insediamenti nelle foreste, nelle savane, lungo le coste e nelle zone più importanti dal punto di vista biologico “.
Nello studio, che fornisce la prima stima della velocità di crescita a livello mondiale delle aree urbane, sono stati esaminati dati satellitari della crescita urbana tra il 1970 e il 2000 scoprendo che quella che viene definita impronta urbana globale è cresciuta di almeno 22.400 miglia quadrate. Gli aumenti più rapidi sono stati riscontrati in Cina, India e Africa. Sul trend influisce notevolmente l’aumento del reddito di certe fase urbane; a maggiore reddito corrisponde infatti una richiesta di case più grandi con implicazioni su biodiversità, CO2 e consumo energetico.
Ambiente a rischio per la crescita degliu spazi urbani
Entro 2030 si espanderanno di 590 mila miglia quadrate
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