AICCRE: gemellaggi come volano dell’integrazione Ue

l 13 Dicembre 2011
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Le difficoltà che il processo di integrazione europea sta incontrando da anni possono essere superate mettendo in campo nuovi e più efficaci strumenti. I gemellaggi, che sono stati formidabili fattori di unificazione e democrazia, hanno tutte le caratteristiche per rientrare nel novero di questo rinnovato armamentario operativo, purchè siano rilanciati ed estesi. Del tema si è occupato Emilio Verrengia, segretario generale aggiunto AICCRE, nel suo intervento al seminario di Salerno del quale riportiamo ampi stralci.
“In una fase come l’attuale, contrassegnata da una profonda crisi politica ed economica che sta attraversando l’Unione europea, i gemellaggi vanno rilanciati e potenziati. L’Unione europea sta smarrendo la propria vocazione federalista… Già nel recente passato, come, per esempio, nel caso dell’immigrazione sulle nostre coste conseguente ai rivolgimenti nei Paesi arabi, l’Unione europea era apparsa divisa e non è stata capace di esprimere una linea unitaria sulla questione. Così come sull’attuale crisi economica che sta evidenziando un’Europa non coesa economicamente e divisa politicamente. È sotto gli occhi di tutti che il processo di integrazione europea sta subendo da anni un brusco arresto, ed oggi l’Europa appare come uno spazio politico frammentario, guidato “dall’alto” dall’asse franco-tedesco. Non è questa l’Unione europea che avevano in mente i fondatori dell’AICCRE, l’Europa federale e delle autonomie locali. Queste ultime anche, soprattutto le province, sono state gettate sulla graticola mediatica ed indicate ingiustamente come tra le cause di sprechi e costi della politica, dimenticando che, nella storia della Repubblica, le autonomie locali hanno prima filosoficamente e poi concretamente rappresentato i perni della democrazia, nel concetto di decentramento dei poteri. Per questo, oggi i gemellaggi, così come dal secondo dopoguerra in poi, devono nuovamente costruire e rappresentare un diverso concetto di Europa, quello legato che grazie all’impegno di amministratori locali e cittadini (attraverso i comitati di gemellaggio)  ha costruito una rete fitta e ramificata di migliaia di rapporti che hanno avvolto in una ideale rete democratica l’intero continente europeo. Se oggi l’Unione europea mantiene una base solida e per tanti versi inattaccabile è proprio grazie ai gemellaggi che, è bene ricordarlo, hanno un preciso senso politico, come nell’ispirazione che ne diedero Bareth e Serafini, tra i fondatori del CCRE e che stiamo cercando di mantenere. Anzi, i gemellaggi andrebbero potenziati ed estesi anche ai Paesi extraeuropei, come da anni chiediamo alle istituzioni europee. E’ anche un discorso di metodo e di rilancio di concetti base della nostra cultura europea: la solidarietà e la collaborazione. Non si esce dalla crisi se ognuno gioca per conto proprio, come sta purtroppo avvenendo. Quindi, è necessario che tutti noi, europeisti e democratici, ci impegniamo per infondere con maggior forza  lo spirito europeo tra i nostri cittadini ed i gemellaggi sono uno strumento privilegiato e testato da più di mezzo secolo per veicolare questi valori”.

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