Agli incapienti fino a 47 euro al mese

La simulazione. L’ipotesi che venga distribuita la dote da 1,6 miliardi a una platea di 4,2 milioni di persone

Il Sole 24 Ore
14 Aprile 2015
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L’ipotesi del bonus per gli incapienti nasce per coprire la platea di coloro a cui il bonus Irpef da 80 euro introdotto lo scorso anno non è arrivato perché titolari di redditi così bassi da essere esclusi dall’Irpef. Proprio per questa ragione, le prime ipotesi guarderebbero in particolare ai titolari di redditi da lavoro dipendente, dal momento che l’ipotesi di estendere gli 80 euro ai pensionati non si è per ora tradotta in realtà.

Le detrazioni che caratterizzano l’Irpef oggi azzerano l’imposta per chi dichiara fino a 8mila euro all’anno, soglia che cresce quando ci sono famigliari a carico. Restando nel campo dei redditi da lavoro dipendente (in larga parte saltuari e discontinui, com’è ovvio) gli interessati sarebbero quindi almeno 4,2 milioni di persone. Questo significa che, utilizzando a questo fine tutti gli 1,6 miliardi messi sul piatto dalle ipotesi governative, l’aiuto sarebbe per il 2015 da 376 euro a testa, quindi da 47 euro al mese da maggio a dicembre. Certo, si tratta di poco più della metà rispetto agli 80 euro mensili riconosciuti a chi ha redditi un po’ più alti (fino a 26mila euro lordi), ma l’intensità dell’aiuto sarebbe progressiva, misurata in proporzione al reddito dichiarato.

Inevitabilmente, se la platea dei beneficiari si allarga, si alleggerisce l’aiuto che arriva a ciascuno di loro. Ampliando la misura ai pensionati, che in circa 3,5 milioni di casi non raggiungono gli 8mila euro all’anno, si attesterebbe a 26 euro mensili pro capite, che scendono a 18 euro se si abbracciano anche gli autonomi. Per il 2015, i calcoli mensili sono effettuati spalmando l’aiuto per otto mesi, mentre per il 2016 la replica delle stesse risorse ridurrebbe naturalmente di un terzo la quota in arrivo ogni 30 giorni. Anche su questo punto la storia degli 80 euro è istruttiva, perché per riproporre la misura quest’anno sono serviti 10 miliardi contro i 6,6 del 2014. Per il momento, però, non è il caso di avventurarsi in ipotesi sul prossimo anno, anche perché come accennato sopra la stessa natura del cosiddetto “tesoretto” non permette di allungare troppo lo sguardo sul futuro.
Lo stesso presente, del resto, è ancora tutto da definire, e solo nei prossimi giorni cominceranno a delinearsi ipotesi più stabili.

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