Acquedotto pugliese esce dalla sfera privata

Il progetto di Niki Vendola

Il Sole 24 Ore
15 Giugno 2011
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E’ il primo effetto del referendum sull’acqua di domenica scorsa. Nichi Vendola, governatore della Puglia, vuole «rendere l’Acquedotto pugliese di proprietà del popolo pugliese. Credo sia il modo migliore di rispondere alla meravigliosa domanda di cambiamento e di difesa dei beni comuni che si è espressa nei referendum», ha detto ieri il leader di Sinistra, Ecologia e Libertà (Sel) commentando i lavori in corso del Consiglio regionale della Puglia sul ddl Governo e gestione del Servizio idrico integrato – Costituzione dell’Azienda pubblica regionale Acquedotto pugliese. Aqp è oggi una società per azioni della quale la Regione Puglia è socio di maggioranza (87% circa) e la Basilicata di minoranza (13% circa). «L’azionista unico è pubblico – ha aggiunto Vendola – ma resta una società per azioni che opera con le regole del diritto privato; allora noi vogliamo sgomberare il campo da qualunque ipoteca di privatizzazione e per questo stiamo mettendo in sicurezza il futuro Acquedotto Pugliese, trasformando la sua natura giuridica, rendendolo di proprietà del popolo pugliese e ripubblicizzandolo: credo sia il modo migliore di rispondere alla meravigliosa domanda di cambiamento e di difesa dei beni comuni che si è espressa nei referendum». «Sgomberiamo il campo – ha concluso – alla luce di un’azienda di cui la letteratura economica internazionale parla in termini positivi. Ricordo che il manager di Aqp è stato premiato come il migliore dell’anno, ricordo che le agenzie di rating internazionale hanno valutato Aqp come un’azienda di cui essere orgogliosi». La replica del Pdl all’opposizione è stata affidata al capogruppo in regione, Rocco Palese. «La ripubblicizzazione del-l’Acquedotto Pugliese è incostituzionale» e «la promessa di acqua gratis per tutti è una vera e propria presa in giro», ha detto mil politico salentino. Il ddl della Giunta Vendola che trasforma l’Acquedotto Pugliese (Aqp) da società per azioni in ente pubblico «prevede – sottolinea Palese – che l’Acquedotto potrà garantire acqua gratis solo nel caso in cui a fine anno registri un avanzo di gestione e potrà usare solo il 18% di quell’avanzo di gestione per finanziare la famigerata acqua gratis per tutti». Per spiegare perchè è «anticostituzionale» la trasformazione di Acquedotto Pugliese in ente pubblico, Palese ricorda che «ad oggi sono ancora in vigore due leggi nazionali: il decreto legislativo del 1999 che sancisce la trasformazione dell’Ente Autonomo Acquedotto Pugliese in Società per azioni e la Legge finanziaria del 2002 con cui lo Stato, trasferendo le azioni di Aqp alle Regioni Puglia e Basilicata, vincolava il trasferimento alla privatizzazione dell’Acquedotto entro i 6 mesi successivi».

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