Acqua: l’Agenzia ha poteri forti di regolamentazione e vigilanza

Secondo l’esperto di diritto pubblico Giulio Napolitano

l 9 Maggio 2011
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L’istituzione dell’“Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche”, prevista dal d.l. sviluppo, “è un passo in avanti nella regolamentazione del settore idrico dove per la prima volta è istituito un soggetto che, almeno sulla carta, ha poteri forti di regolamentazione e di vigilanza”. Lo ha detto all’Ansa l’esperto di diritto pubblico, professore ordinario presso l’Università RomaTre, Giulio Napolitano. Tra questi poteri, ha precisato, passano alla neonata Agenzia la regolazione dei criteri tariffari, finora di competenza del Ministero dell’ambiente.
Con il varo dell’“Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche”, ha osservato, “aumentano i poteri a tutela del consumatore. Il nuovo ente regolatore, infatti, dovrà determinare gli standard di qualità nell’erogazione dei servizi agli utenti dell’acqua. E, per la prima volta nel comparto idrico, l’Agenzia avrà il potere di stabilire l’indennizzo dovuto nei casi di violazione degli standard qualitativi definiti; è quindi un soggetto istituzionale con poteri di tutela simili a quelli già oggi esercitati dall’Autorità’ dell’energia elettrica e il gas”. Tuttavia, ha osservato Napolitano, “la nuova Agenzia potrà svolgere un ruolo efficace quanto più forti saranno la sua indipendenza e la sua struttura tecnica”. In primo luogo, l’indipendenza “trova garanzia nel consenso bipartisan, quindi opposizione compresa, che deve essere espresso dalle Commissioni parlamentari sulla designazione dei tre componenti e nella ‘piena autonomia’ nell’esercizio di tutti i poteri ad essa assegnati”. Il disegno di indipendenza tuttavia “non è perfetto”, secondo Napolitano, per il “non allineamento della soluzione sul direttore generale che sarà di nomina governativa”. “È stato inoltre – ha osservato il docente universitario – timidamente adottato il nome di Agenzia, quando la dizione Autorità avrebbe meglio riflesso il ruolo di soggetto regolatore e di vigilanza”.
Anche il mandato triennale e rinnovabile “è un po’ troppo breve” ha affermato Napolitano nel sottolineare che per le altre Authority il mandato di 6-7 anni non rinnovabile “offre più garanzie di indipendenza”. In secondo luogo la neonata struttura “per ben operare ha bisogno di una dotazione di personale adeguata per quantità e qualità. L’organico di 40 persone, per metà proveniente dalla vecchia Commissione nazionale e per la rimanente metà da altre amministrazioni potrebbe risultare insufficiente”. Mentre sarebbe importante consentire “l’assunzione, tramite concorso pubblico, di alcuni giovani giuristi, economisti e ingegneri che potrebbero dare motivazione, competenza e identità all’Agenzia”. Per quanto riguarda il budget, ha precisato, “l’entità delle risorse a disposizione dell’Agenzia nazionale è rinviata ad un futuro decreto del ministero dell’Ambiente. E su questo c’è grande incertezza”.
La costituzione dell’“Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche”, ha concluso Napolitano, “avrà’ un impatto nel dibattito politico sul referendum” previsto per giugno “anche se non è disciplinata la materia dell’affidamento, ed è toccata indirettamente la determinazione delle tariffe”. Ciononostante, ha aggiunto, non solo quelle parti del governo e dell’opposizione che si sono sempre battute per un regolatore più forte ma anche “il Comitato referendario dovrebbe rivendicare questo primo parziale successo, perché l’Agenzia è un passo in avanti che si deve anche all’iniziativa referendaria”. Si tratta, in conclusione, di “un buon penultimo passo” della riforma dei servizi pubblici locali. Anche “i trasporti e i servizi di igiene urbana avrebbero ancora bisogno di un’adeguata regolamentazione economica a garanzia dell’efficienza del mercato e dei diritti di cittadini e utenti”.

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