Agli italiani la trasparenza dei municipi sembrerebbe piacere, come emerge dal primo studio sugli accessi ai siti di venti dei comuni più grandi (Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Isernia, L’Aquila, Lecce, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Roma Capitale, Torino e Venezia). In particolare, sono stati chiesti i dati relativi alle visualizzazioni della sezione “Amministrazione trasparente” e delle sottosezioni maggiormente significative (Organizzazione, Consulenti e collaboratori, Provvedimenti, Attività e procedimenti, Bandi di gara e contratti, Bilanci, Dati sui pagamenti) per verificare quanto vengano percepite come misure di prevenzione della corruzione da parte dei cittadini e quanto vengano utilizzati gli strumenti messi a disposizione dalle Amministrazioni per rendere concreto tale obiettivo.
Come si legge sul quotidiano Repubblica uscito in edicola domenica 28 gennaio, “A dispetto di chi temeva che la glasnost amministrativa sarebbe servita solo ad alimentare un voyeurismo digitale, con la ricerca di gossip sulle retribuzioni dei sindaci o i patrimoni degli assessori, il monitoraggio realizzato dall’Autorità nazionale anticorruzione invece mostra una maturità civica nell’attingere direttamente a quelle informazioni che prima venivano occultate da una selva oscura di autorizzazioni, timbri e carte bollate. Adesso sono a portata di clic e in venti mesi — dall’inizio di gennaio 2016 a fine agosto 2017 — oltre 3 milioni e 800 mila volte la sezione trasparenza su questi venti siti comunali è stata consultata. L’attenzione si è concentrata sulla sostanza, senza cedere alla tentazione del pettegolezzo: il 56 per cento delle visualizzazioni si è diretto sui provvedimenti, sulle gare e sui contratti ossia sul cuore dell’attività comunale. Solo il 24 per cento invece ha sbirciato nelle pagine Organizzazione dove sono registrati compensi, spese e rimborsi dei primi cittadini, degli assessori e dei consiglieri”.
Il Presidente dell’ANAC Raffaele Cantone, proprio in merito alla applicazione della nuovo disciplina sulla trasparenza nella PA, ha scritto una lettera aperta al quotidiano Repubblica, che pubblichiamo di seguito.
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