Abolizione Province, valanga di emendamenti al d.d.l. Delrio

Sono 900 le proposte di modifica

21 Novembre 2013
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Continuano a tenere banco le province, l’ente di secondo livello che il Governo ha promesso di voler abolire e il cui destino sta infuocando il dibattito tra esperti, accademici ed esponenti delle forze politiche. Nella giornata di ieri non solo è stato presentato un emendamento sulle province in legge di stabilità, ma si è anche chiuso il termine per la presentazione degli emendamenti al d.d.l. Delrio, che delle province dovrebbe sancire l’atto finale.
Sono stati presentati ben 900 emendamenti, di cui 12 dichiarati inammissibili dalla Commissione della Camera in cui si trova il disegno di legge firmato dal Ministro ed ex presidente Anci. Addirittura, in chiusura della finestra per la presentazione delle modifiche, sono stati ben 400 i subemendamenti avanzati per modificare un testo che sta facendo parecchio discutere.
Non a caso, allora, anche in legge di stabilità 2014 sta per essere inserito un emendamento che consentirà, se approvato nel testo finale, di procrastinare la durata dei commissariamenti provinciali fino al 3o giugno 2014,insomma allontanando la possibilità di elezioni.
Peccato, però, che negli ultimi giorni voci non proprio accomodanti abbiano espresso giudizi sulla riforma Delrio,tra tutte la Corte dei conti che ha confermato il rischio di un surplus di esborsi e, insieme, di caos normativo. Un po’ come, nel parere espresso in audizione alla Camera, il giurista Pietro Ciarlo ha ricordato nell’esprimere forti perplessità sull’impianto del riassetto istituzionale.
Quasi a risposta di questi dubbi espressi da personalità accademiche ed enti dello Stato, il Ministro Delrio ha difeso la “sua” legge, ricordando come esistano “anche se non quantificati dalla Corte dei conti – ha detto il Ministro, in riferimento a un approfondimento dell’Università Bocconi per conto dell’Upi – diversi studi, che attestano come la riorganizzazione degli enti locali a cui lavora il Governo porterà a sostanziali risparmi per le casse dello Stato.” A suo avviso, infatti la riforma ”viene fatta per ridurre la sovrapposizione di competenze e garantire un’organizzazione più armonica e efficiente degli enti locali”.

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