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Mediante un’ordinanza del 14 marzo 2025, il Tribunale di Firenze ha affrontato per la prima volta in Italia la questione delle cosiddette “allucinazioni” dell’intelligenza artificiale nell’ambito giudiziario. Il caso ha riguardato una memoria difensiva contenente riferimenti a sentenze inesistenti, elaborate da ChatGPT e inserite da una collaboratrice senza che il legale patrocinante ne fosse a conoscenza. Pur riconoscendo l’errore, il Tribunale ha censurato la mancata verifica da parte dell’avvocato, escludendo tuttavia qualsiasi intento fraudolento e ritenendo non applicabile l’art. 96 del codice di procedura civile (c.p.c.) in assenza di dolo.
>> IL TESTO DELL’ORDINANZA DEL TRIBUNALE DI FIRENZE DEL 14 MARZO 2025.
Intelligenza artificiale e doveri del professionista legale: le valutazioni del Tribunale
Questa pronuncia apre una riflessione più ampia sull’impiego degli strumenti di intelligenza artificiale nel settore legale. Sebbene il recente disegno di legge approvato dal Senato ne consenta l’utilizzo come supporto all’attività professionale, la responsabilità delle informazioni fornite rimane in capo al legale. Un principio ribadito anche dalla Carta dei Principi per un uso consapevole dell’AI in ambito forense, promossa dall’Ordine degli Avvocati di Milano, che sottolinea la necessità di competenza, il ruolo centrale della decisione umana e l’obbligo di verificare criticamente i contenuti generati dall’AI.
Prospettive future: consapevolezza e formazione
Pur adottando una posizione equilibrata, il Tribunale ha chiarito che l’impiego dell’intelligenza artificiale nei procedimenti giudiziari deve essere accompagnato da consapevolezza, protocolli interni e controlli accurati. Diventa quindi fondamentale garantire trasparenza nei rapporti tra professionisti e collaboratori, nonché investire nella formazione continua per prevenire errori simili in futuro. Il caso di Firenze potrebbe rappresentare un punto di riferimento per l’evoluzione della giurisprudenza nazionale, rafforzando la necessità di una maggiore alfabetizzazione digitale tra gli operatori del diritto. In un ambito così sensibile come la giustizia, l’innovazione tecnologica deve procedere di pari passo con prudenza, competenza e responsabilità.
>> SPECIALE INTELLIGENZA ARTIFICIALE NELLA PA.
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