di CRISTINA BARTELLI (da Italia Oggi)
Per i dipendenti evasori, circa 180 mila, il blocco dello stipendio ( di importo superiore ai 2.500 euro e nei limiti della pignorabilità) scatterà dal 2026. Atteso dalla misura un gettito da 36 milioni di euro per il primo anno di applicazione e a regime in circa 90 milioni di euro all’anno. La misura punta a applicare ai dipendenti che hanno debiti non pagati con l’erario, comuni, pubbliche amministrazioni, una stretta, con condizioni, al pagamento di stipendi e pensioni. La disposizione è nella legge di bilancio (legge 207/2024) ai commi 84 e 86 dell’articolo unico, è passata indenne sin dalla presentazione del disegno legge di ottobre e ora è operativa con una decorrenza lunga di un anno per consentire alla diverse PA di adeguare le piattaforme informatiche per i controlli che dovranno operare nei confronti dei propri dipendenti prima di pagare stipendi o pensioni.
Di cosa si tratta? Il comma 84 introduce un’ulteriore previsione normativa alle disposizione in tema di riscossione e più in generale alle disposizioni legate ai pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese. Le amministrazioni pubbliche e le società a prevalente partecipazione pubblica, prima di effettuare, a qualunque titolo, il pagamento di un importo superiore a cinquemila euro, verificano, anche in via telematica, se il beneficiario è inadempiente all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle di pagamento per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo e, in caso affermativo, non procedono al pagamento e segnalano la circostanza all’agente della riscossione competente per territorio, ai fini dell’esercizio dell’attività di riscossione delle somme iscritte a ruolo. In altre parole se il dipendente deve soldi allo stato, ad esempio per una multa o per altre cartelle, oltre la cifra di 5.000 euro, e percepisce uno stipendio, una pensione, un’indennità di licenziamento, superiore ai 2.500 euro l’ente tenuto al versamento, bloccherà l’emolumento fintanto che non si paghino le tasse dovute. Nella stima degli effetti positivi di gettito della relazione tecnica si fa riferimento alla condizione dei limiti ulteriori previsti dal legislatore della pignorabilità dello stipendio.
Dall’osservatorio dei dipendenti pubblici risulterebbe una stima di dipendenti con debiti superiori a 5.000 euro, di circa 250 mila soggetti. Di questi sono 30 mila coloro che superano la soglia di 2.500 euro di reddito in ciascuna mensilità; per tali contribuenti è stato ipotizzato uno stipendio netto medio mensile di 3.500 euro,a cui è applicabile il limite di pignorabilità del settimo. Accanto a questi 30 mila sono stati estrapolati poi i dipendenti pubblici con debiti superiori a 5.000 euro che superano la soglia di 2.500 euro di reddito solo in occasione dell’erogazione della c.d. “tredicesima”, e che sono pari a 150 mila; per tali contribuenti è stato ipotizzato uno stipendio netto medio mensile di 1.500 euro, a cui è applicabile il limite di pignorabilità del decimo previsto. Inoltre la relazione osserva che gli irriducibili del non pagare i debiti (nè con rateazioni nè spontaneamente) rappresentano il 20% , il gettito mensile derivante dall’introduzione della disposizione risulta, dunque, stimato in circa 3 milioni di euro (30 mila x 3.500 euro x 1/7 x 20%) il primo anno di applicazione della disposizione a cui si aggiungono ulteriori 4,5 milioni di euro (150 mila x 1.500 euro x 1/10 x 20%) a partire dal secondo anno, dopo l’applicazione della disposizione all’erogazione delle tredicesime. L’effetto positivo sul gettito della misura risulta, pertanto, stimato dai tecnici del ministero, in 36 milioni di euro per l’anno 2026 e a regime in circa 90 milioni di euro all’anno.
* Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi dell’8 gennaio 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l)
Per i dipendenti evasori il blocco dello stipendio (se superiore ai 2.500 euro) scatterà dal 2026
La misura, contenuta nella Legge di Bilancio 2025, punta a applicare ai dipendenti che hanno debiti non pagati con l’erario, Comuni, PA, una stretta, con condizioni, al pagamento di stipendi e pensioni
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