È ancora nebbia fitta sull’avviso pubblico finanziato con i 900 milioni di euro aggiuntivi annunciati dal ministro Raffaele Fitto per sostituire i circa 90mila posti bocciati dai tecnici della Commissione Ue nella prima rendicontazione perché non classificabili come “nuovi”. Ma, a due anni e mezzo dall’avvio del PNRR, una mappatura degli interventi disseminati sul territorio che a vario titolo interessano gli asili arriva dal database ANAC. Interrogata sul periodo che va dal 1° luglio 2022 al 30 ottobre 2023, la banca dati dell’Autorità anticorruzione, guidata da Giuseppe Busia, registra 3.954 bandi di importo maggiore o uguale a 5mila euro, per un totale di 1,483 miliardi, che diventano 1,432 al netto delle gare andate deserte o irregolari. Quelli aggiudicati sono 1.490, per un valore di 605,5 milioni, il 40,83% dell’importo complessivo. Perfezionati – e quindi bandi reali – ma non ancora aggiudicati, altri 2.388 per 826,7 milioni (il 55,74% della torta). Deserte sono andate 68 gare, per 47 milioni mentre sono solo 8 quelle non arrivate in porto per irregolarità. Dall’andamento degli appalti monitorati da ANAC è macroscopico il salto di qualità avvenuto nel corso dei 16 mesi esaminati: considerando il parametro del valore degli appalti si tratta di un balzo che va oltre l’800 per cento.
La ripartizione
Esclusi gli affidamenti al palo, la fetta maggiore di risorse va naturalmente alle gare per lavori, che cubano 1,3 miliardi, più del 91% del totale, nonostante numericamente siano appena il 35,64%. Gli appalti di servizi sono il 56,78% del totale, ma valgono in termini economici solo il 7,91% delle risorse. Infine le forniture, che rappresentano il 7,58% dei contratti e l’1% dell’importo. In questa multiforme galassia di contratti si va da interventi micro da 5mila euro per servizi di pulizia degli edifici a 113 milioni per i lavori generali di costruzione, fino a 783,6 milioni per la costruzione di scuole per l’infanzia.
La mappa geografica
La Puglia guida la classifica degli importi con 154,8 milioni (il 10,8% degli 1,432 miliardi sul piatto) e totalizza 328 bandi. Ancora di più, 392, quelli perfezionati o aggiudicati in Campania che però pesano meno in termini economici: 145 milioni (pari a 10,13% del totale). A breve distanza e a pari merito Lombardia e Lazio con rispettivamente 138,2 milioni di euro (il 9,65%). In cima alla lista delle province per valore degli interventi svetta Frosinone con il 3,65% degli importi: 52,3 milioni per 96 bandi. Subito dopo c’è Cosenza con il 3,24%: 46,4 milioni per 163 affidamenti.
In fondo all’elenco la Valle d’Aosta con 8 bandi per il valore di 2 milioni di euro circa, seguita dal Friuli Venezia Giulia con 43 procedure per 13,2 milioni (lo 0,92% del valore totale). Sul fronte delle province, La Spezia registra lo 0,01% del valore di gara con 140.323 euro per tre contratti. Quasi all’asciutto anche Trieste con 6 bandi da 506.049 euro (0,04%).
Le procedure
È in affidamento diretto il 64% del numero dei contratti: ben 2.480, che però assorbono soltanto l’8,75% del valore (125,2 milioni). Un altro milione di euro è invece regolato dalle procedure di affidamento in-house che pesano per valore solo lo 0,08% del totale. Il grosso degli importi, pari al 42% della torta per 602,2 milioni su 709 interventi, prevede invece la procedura negoziata per affidamenti sotto soglia. La procedura aperta regola 368 bandi per 462,7 milioni di euro (il 32,31% del totale).
Le incognite
I numeri segnalano un’accelerazione sul fronte di asili e scuole per l’infanzia. Da Pisa a Marina di Ragusa, da Genova a Grottaglie, i Comuni provano a irrobustire le strutture per i bambini. Ma i sindaci chiedono certezze su fondi e criteri. La partita vale nel PNRR originario 4,6 miliardi per circa 265mila nuovi posti. L’esito del negoziato con la Commissione Ue sulla revisione complessiva del Piano, di cui fanno parte gli ulteriori 900 milioni promessi, è cruciale per capire se quel target potrà essere mantenuto.
* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 23 novembre 2023 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.).
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