Gli accordi di collaborazione per la creazione di una rete museale a tema

Il focus dell’esperto su uno strumento procedurale volto a disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune di più Amministrazioni

24 Marzo 2023
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L’accordo di collaborazione, in questo caso volto alla creazione di una rete museale a tema, si configura come uno strumento normativo, individuato dall’art. 15 della legge n. 241/1990, volto alla sollecitazione di una possibile ricomposizione, in via consensuale, della inevitabile frammentazione delle competenze tra più livelli e soggetti amministrativi.

I contenuti della norma

Come scrive l’esperto della materia Maurizio Lucca, sul portale di Maggioli Cultura, la stratificazione delle modifiche impone infatti che gli accordi di collaborazione debbano essere sottoscritti «con firma digitale, ai sensi dell’articolo 24 del decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82, con firma elettronica avanzata, ai sensi dell’art. 1, comma 1, lettera q-bis, del d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, ovvero con altra firma elettronica qualificata, pena la nullità degli stessi». Inoltre «non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato», provvedendo «nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie previste dalla legislazione vigente»

Collaborazione in ambito artistico

Gli accordi di collaborazione in questione hanno lo scopo di assolvere una funzione pubblica autolimitando le Amministrazioni coinvolte mediante una sequenza procedimentale di reciproche concessioni e obblighi per la risoluzione di “interessi comuni, ma avendo al tempo stesso cura di esercitare le specifiche competenze mediante “complementari e sinergiche” attività. Il risultato dell’accordo è una semplificazione dei rapporti tra PA al fine di realizzare interessi comuni.

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