Stabilità finanziaria negli Enti locali, pubblicato il rapporto annuale COSFEL

Il documento fotografa un quadro che desta preoccupazione in tutta Italia e in particolar modo nelle Regioni del Sud

13 Gennaio 2023
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di BRUNO IORFIDA

Come ogni anno la COSFEL, Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali, ha pubblicato il Rapporto sulle attività della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali 01.01.2022-31.12.2022.
Costituita presso il dipartimento degli Affari Interni e Territoriali con funzioni di controllo centrale sulle dotazioni organiche e sui provvedimenti di assunzione di personale degli enti dissestati e degli enti strutturalmente deficitari, esprime pareri da rendere al ministro dell’Interno, su provvedimenti e misure straordinarie connessi alla stabilità finanziaria degli enti locali, in base all’art. 155 TUEL.

La Commissione è presieduta dal sottosegretario di Stato pro-tempore con delega in materia di autonomie locali e finanza locale.

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I componenti, nominati con decreto del ministro dell’Interno, sono:

  • capo dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali con funzioni di vicepresidente;
  • direttore centrale della Finanza locale o direttore centrale per le Autonomie (partecipano ai lavori della Commissione in relazione alla materia trattata);
  • un dirigente in servizio presso il dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali;
  • un dirigente designato dal ministero dell’Economia e delle Finanze.
  • un dirigente della Presidenza del Consiglio dei ministri – dipartimento della Funzione Pubblica.
  • due rappresentanti dell’Unione delle Province d’Italia (UPI);
  • tre rappresentanti dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI).

I dati contenuti nel rapporto

Nel rapporto 2022 l’attenzione è su un sensibile incremento degli enti locali che versano in condizioni di precarietà finanziaria, questione riconducibile (secondo la COSFEL) ancora agli strascichi della pandemia e alle chiusura degli organi straordinari della liquidazione degli enti in dissesto finanziario, certificativi per molti enti di un definitivo ritorno in bonis, infatti vi sono state 12 approvazioni di rendiconti della gestione liquidatoria.

Nel corso del 2022 si sono tenute 10 riunioni della Commissione. Riguardo all’attività di esame e di verifica in relazione agli enti in dissesto finanziario ed in procedura di riequilibrio finanziario pluriennale, sono state complessivamente esaminate 94 posizioni di Enti Locali. In particolare, sono stati istruiti 64 Piani di riequilibrio finanziario pluriennale, per il successivo inoltro alla competente sezione regionale della Corte dei Conti ai fini dell’eventuale approvazione, di cui 51 trasmessi con parere conforme alle prescrizioni contenute nella normativa vigente. Sono state istruite 27 ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato, di cui 25 successivamente approvate con decreto del Ministro dell’Interno e 2 con parere non conforme e con decreto ministeriale di diniego. Sono ancora stati esaminati 14 Piani di estinzione delle passività predisposti dagli Organi Straordinari di Liquidazione degli enti in condizione di dissesto finanziario, successivamente approvati con decreto del Ministro dell’Interno.

Il tema dell’instabilità finanziaria

Il rapporto sottolinea ancora una volta come le maggiori criticità si riscontrano nelle Regioni del Sud Italia, con l’attivazione di ben 21 procedure di dissesto. Il trend non cambia anche per le attivazioni di piani di riequilibrio finanziario pluriennale. Infatti, nel corso del 2022 la Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali ha istruito 64 piani di riequilibrio finanziario pluriennale, per il successivo inoltro alla Corte dei conti ai fini dell’eventuale approvazione, di cui 43 trasmessi con parere conforme alle prescrizioni contenute nella normativa vigente. I piani di riequilibrio finanziario pluriennale esaminati ed istruiti hanno riguardato 41 comuni concentrati prevalentemente al Sud d’Italia gli ulteriori 21 piani sono relativi a comuni ubicati al centro nord. I rimanenti Piani attengono a due Province: Catanzaro e Salerno.

La commissione sottolinea che le difficoltà economico-finanziarie emerse dai provvedimenti esaminati sono in gran parte riconducibili all’incertezza del contenzioso pendente nonché alle difficoltà di realizzazione di reali entrate a fronte di una consistente rigidità della spesa. La richiesta di accesso al Fondo di rotazione, sintomatico di una costante carenza di liquidità, è stata avanzata da parte complessivamente di 19 enti, tra cui una amministrazione provinciale (Salerno).
Secondo il rapporto, il fenomeno delle criticità finanziarie degli enti locali continua a riguardare, numerose amministrazioni. In particolare, sono 144 i comuni e le province attualmente in dissesto finanziario.
I dati confermano una concentrazione delle dichiarazioni di dissesto nelle regioni meridionali del Paese, in particolare, 39 enti nella regione Sicilia, 41 in Calabria, 30 in Campania, gli altri casi si riscontrano in Abruzzo (5 casi), in Basilicata (3 casi), nel Lazio (10 casi), in Liguria (1 caso), nelle Marche (1 caso), in Piemonte (2 casi), in Molise (2 casi), in Toscana (1 caso), in Umbria (1 caso), in Lombardia (5 casi), in Puglia (3 casi). Risultano, poi, nominati 189 Organi straordinari della liquidazione.

Conclusioni

L’analisi predisposta dalla commissione fotografa un quadro abbastanza preoccupante che interessa tutta Italia, ma soprattutto il meridione. Le cause di queste criticità, sono da ricercarsi in primis nella difficoltà degli enti di fare “cassa”, cioè attivare quelle procedure idonee per poter incassare i tributi e le tasse di propria competenza, in particolare gestione servizio idrico integrato, IMU, TARI e coattivo. Sicuramente il momento storico caratterizzato dalla pandemia da Covid-19, non ha aiutato gli enti che già sofferenti si sono visti decurtare ancora di più di quelle risorse necessarie per poter continuare a galleggiare. Tali sofferenze finanziarie riguardano soprattutto enti di piccole o medie dimensioni che, anche per la carenza di apposito personale, si trovano a far fronte ad esigenze impreviste e con difficoltà logistiche non indifferenti, soprattutto relativamente agli uffici tributi.

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