Soprattutto un ridimensionamento delle responsabilità dei sindaci: restano solo quelle politiche della gestione del Comune, mentre arriva a 5 mila abitanti la soglia che dà diritto al terzo manato, “possibile in tutti gli Enti locali se uno dei primi due è durato meno di due anni, sei mesi e un giorno per cause diverse dalle dimissioni volontarie.” Infine, l’incandidabilità in Parlamento, per i sindaci di Comuni sopra i 20 mila abitanti. Le responsabilità amministrative, si diceva, sono totalmente riservate ai dirigenti, così da “superare quella responsabilità totale affibbiata ai sindaci dall’articolo 50 del Testo unico, che negli anni ha moltiplicato i processi a carico dei politici locali per fatti su cui non hanno il controllo“. Arriva al termine anche l’obbligo di gestione associata delle funzioni per i piccoli Comuni, bocciato a più riprese dalla Corte costituzionale; spazio a piani volontari da definire in 180 giorni anche grazie alla collaborazione della Regione.
Riforma TUEL: come cambia la disciplina per sindaci e revisori
Al primo cittadino resteranno solo le responsabilità politiche, mentre quella amministrative saranno riservate ai dirigenti
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