Si riscontra un preoccupante aumento del fenomeno in Nord Italia: sono infatti complessivamente nove i Comuni che hanno subito gravi condizionamenti da parte della criminalità organizzata, sempre più decisa a sfruttare le condizioni economiche più vantaggiose espandendosi in special modo nel settore degli appalti pubblici, “ove maggiormente si rivolgono gli interessi dei sodalizi criminali”. Le Commissioni hanno anzitutto provato a ripristinare una situazione di legalità, riorganizzando l’apparato burocratico e migliorando i servizi offerti alla cittadinanza e la trasparenza amministrativa. La prevenzione degli illeciti chiaramente si è mossa con più decisione nell’ambito di appalti, urbanistica e edilizia pubblica; a tal fine, i beni confiscati o sequestrati alle organizzazioni malavitose sono stati riconvertiti a favore dell’intera cittadinanza. Per quanto concerne il risanamento della finanza locale, le Commissioni hanno dovuto rapportarsi con una situazione disastrata: un terzo degli Enti commissariati nel corso del 2020 versa nel più profondo e completo deficit finanziario. Detti squilibri sono dovuti principalmente ad anomalie e irregolarità in materia di imposizione e riscossione tributaria, fattori che attestano, altresì, l’assenza di una efficace attività di indirizzo e controllo da parte dell’organo politico, orchestrata ad arte al fine di aumentare il consenso della popolazione e favorire i malavitosi locali; difatti, com’è prevedibile, una conduzione poco attenta dell’Ente locale da parte degli amministratori alla quale segue la dichiarazione di dissesto, comporta una serie di effetti negativi per la cittadinanza.
Enti locali sciolti per mafia: la relazione del Ministero dell’Interno sulle attività delle Commissioni
Si riscontra un’ampia concentrazione di Comuni commissariati in Calabria, Sicilia, Puglia e Campania
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento