Significativo intervento dei giudici contabili lucani sulla mancata coerenza tra i nuovi principi stabiliti dalle disposizioni legislative sulla nuova programmazione del fabbisogno del personale e l’istituto della mobilità volontaria, tanto da sollecitare il dipartimento della Funzione Pubblica ad un intervento legislativo che ponga fine alla citata discrasia. Tali sono le conclusioni cui è pervenuta la Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Basilicata con la deliberazione 7 agosto 2018, n. 34.
I principi della programmazione del personale
I principi dettati dal decreto legislativo n. 75/2017 sulla programmazione del personale, tradotti successivamente a livello operativo nelle indicazioni contenute nel decreto 8 maggio 2018 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 173 del 27 luglio 2018) del Ministro della Pubblica Amministrazione, hanno attribuito centralità al piano triennale del fabbisogno di personale che diviene strumento strategico, ma al tempo stesso hanno condizionato la provvista del personale ad un rigido vincolo finanziario tale da condizionare le scelte di natura organizzativa dell’ente. In effetti, la logica della scelta del candidato migliore che dovrebbe guidare l’ente, specie nell’acquisizione delle figure dirigenziali apicali, stante le connesse rilevanti responsabilità, dovrebbe consentire allo stesso di poter ricorrere in piena autonomia a specifiche procedure comparative insite nel concorso pubblico unico che garantirebbe – in considerazione della tipologia dei compiti di cui è titolare chi va a ricoprire tale incarico – l’acquisizione delle migliori professionalità di chi ha superato con merito le prove selettive. In altri termini, secondo i giudici contabili, attraverso il ricorso ad una selezione pubblica di natura generalista, quale è il concorso pubblico, si avrebbe la garanzia di acquisire, negli uffici pubblici, professionalità adeguate ai compiti da assolvere. Inoltre, la provvista di tale personale corrisponderebbe ai seguenti rilevanti principi…
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