L’analisi ha permesso di mappare sia a livello quantitativo che qualitativo il patrimonio scolastico edificato sul territorio nazionale, che conta circa 52mila edifici, di cui la grande maggioranza di proprietà e gestione pubblica. Tale patrimonio si trova per lo più in condizioni manutentive non ottimali, in cui i livelli di inefficienza energetica e funzionale sono preoccupanti e rilevanti. Da evidenziare come circa 33mila edifici, ovvero il 63% del totale, sono stati realizzati nel trentennio successivo alla seconda guerra mondiale, ovvero edificati dagli anni ’50 a tutti gli anni ’70, quando l’attenzione al contenimento degli sprechi energetici e dell’inquinamento non era affatto un valoe prioritario. In quegli stessi anni la progettazione e la realizzazione avveniva in assenza di norme sismiche o con norme assai deboli: secondo il MIUR, infatti, solo l’8% degli edifici sono stati progettati secondo la normativa antisismica e solo il 3% ha un certificato di conformità. Eppure il 42% degli edifici è realizzato in zone a rischio sismico elevato e medio-alto. E rimanendo in tema di certificazioni: il 40% degli edifici non ha un certificato di collaudo statico, la metà di essi non ha un certificato di agibilità/abitabilità.
Eppure si tratta di un comparto immobiliare “sensibile”: i nostri figli – sono 7,9 milioni quelli che frequentano gli oltre 48mila edifici scolastici pubblici – dovrebbero essere in condizioni di sicurezza e comfort maggiore che a casa.
Anche dal punto di vista del fabbisogno energetico, l’edilizia scolastica si rivela nel complesso altamente energivora, con un consumi energetico annuo totale di 9,6 TWh fra il consumo termico e quello elettrico, che va ad incidere come voce di spesa per 1.300 milioni di euro. Dalla ricerca, mediante una accurata proiezione realizzata sui dati raccolti, si evince che qualora si intervenisse sul 20% del patrimonio più energivoro (2,6 TWh) applicando un mix di interventi di riqualificazione differenziato per zona climatica, fra cui la coibentazione a cappotto delle pareti perimetrali, sarebbe possibile ridurne i consumi di oltre il 48%. Il risparmio complessivo ottenibile intervenendo solo su quel 20%, supererebbe il 13,1% sul totale dei consumi dell’intero patrimonio scolastico, che tradotto in cifre corrisponde ad un risparmio economico di 169 milioni di euro all’anno sulle spese energetiche a fronte di un investimento di 3,6 miliardi di euro. Al tempo stesso sarebbero ridotte le emissioni di gas serra di -312 mila tonnellate, paragonabili alle emissioni di 100mila automobili che percorrono in un anno 25mila km. (Fonte: Indagine, elaborazioni e stime CRESME)
Questi dati e le conclusioni della ricerca offrono spunti e prospettive di confronto fondamentali per il settore e i decisori, contribuendo ad una maggiore coscienza sul tema, utile nei processi di indirizzo delle risorse verso soluzioni efficaci ed economicamente sostenibili.
Solo negli ultimi anni l’edilizia scolastica è stata oggetto di una maggiore attenzione, soprattutto in termini di messa in sicurezza e di riqualificazione energetica. Dal 2014 ad oggi sono stati attivati importanti canali di finanziamento (mutui BEI, #scuole sicure, #scuole innovative, ecc.): fra risorse già disponibili e quelle in programmazione si arriva a superare i 9 miliardi di euro, con 7.600 cantieri aperti, attestando il settore dell’edilizia scolastica come unico comparto in cui l’attenzione pubblica si può definire “espansiva”.
In questo contesto dinamico e valorizzante per l’edilizia scolastica, diventa fondamentale intervenire con soluzioni ed interventi di qualità, progettate e posate a regola d’arte per non disperdere o inficiare gli investimenti, ma al contrario massimizzarne i vantaggi in termini di risultati di efficientamento e risparmio energetico, abbattimento dei consumi e delle emissioni di gas serra, all’interno di un piano strutturato ed integrato, in grado di coniugare sicurezza ed efficienza. In questo senso Cortexa ha inteso portare il suo fattivo contributo nel dibattito pubblico sulla materia, argomentando la convenienza e la sostenibilità degli interventi ipotizzati.
>> Invitiamo alla lettura dell’abstract della ricerca, scaricabile gratuitamente dal portale Cortexa.
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