Legge di Bilancio 2018: la sintesi degli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio

Nella giornata di oggi il Governo dovrebbe porre la fiducia sul provvedimento

21 Dicembre 2017
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Legge di Bilancio 2018, è disponibile la sintesi degli emendamenti approvati dalla commissione Bilancio della Camera. Nel frattempo questa mattina alle ore 9 è stato dato avvio in Aula dell’esame del disegno di legge. Nella giornata di oggi il Governo dovrebbe porre la fiducia sul provvedimento che, in assenza di un’intesa tra i gruppi parlamentari per la deroga alle 24 ore necessarie tra la richiesta di blindatura e la relativa votazione, potrà essere votata solo nella giornata do domani, con la conseguenza di lasciare come giorno utile per l’ok finale del Senato, dove il testo deve tornare, solo sabato 23. Una corsa contro il tempo per evitare di far slittare l’ok dopo la pausa natalizia con ricadute anche sullo scioglimento delle Camere (previsto prima di Capodanno).

Legge di Bilancio 2018: gli emendamenti finali

Grande rilievo viene dato dall’Unione delle Province italiane al varo finale del provvedimento: “Dopo anni di tagli indiscriminati che hanno fortemente penalizzato i servizi essenziali, finalmente con questa manovra si mette la parola fine sulla sciagurata ed iniqua legge finanziaria del 2015: l’azzeramento del taglio delle risorse destinate ai servizi per il 2018 e per gli anni a seguire traccia l’inizio di un percorso di ripresa. È una strada tutta in salita, perché arriva dopo un periodo di crisi che ha lasciato non poche emergenze sul territorio, e che ha intaccato direttamente i diritti dei cittadini, ma oggi le Province non sono più un tabù per la politica italiana”. Lo dichiara il Presidente dell’UPI, Achille Variati, commentando le misure sulle Province definite nella Legge di Bilancio 2018: “Si potrà tornare a definire programmi pluriennali, anche se non sarà semplice, vista la situazione di crisi in cui son stati ridotti i bilanci dopo anni di tagli. Si riafferma poi l’autonomia finanziaria degli enti, che è scritta nella Costituzione e che per le Province era stata disattesa: non più tagli e contributi, dunque, ma utilizzo dei tributi propri per la copertura delle funzioni fondamentali. Quanto alle risorse – prosegue il Presidente dell’Upi – i 317 milioni assegnati per la spesa corrente dei servizi essenziali sommati alle risorse stanziate dalle manovre precedenti azzerano il taglio imposto dalla finanziaria del 2015. Anche se, è bene sottolinearlo, non finanziano ancora pienamente il costo dei servizi a fabbisogni standard. Ancora, si destinano 30 milioni annui per tre anni per aiutare ad uscire dallo squilibrio quelle Province i cui bilanci non hanno retto a causa dei tagli insostenibili.

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La soddisfazione dell’UPI

Il risultato più importante è il rilancio degli investimenti locali, bloccati da anni di mancate risorse: con questa manovra infatti si istituisce, novità assoluta, un fondo pluriennale di 1 miliardo 620 milioni che servirà a restituire dignità alla viabilità provinciale e ad avviare il primo piano di investimenti sui 130 mila chilometri di strade e sui 30.000 ponti, gallerie, e viadotti gestiti da Province e Città metropolitane. Una misura strategica per il Paese, che abbiamo ottenuto grazie alla sensibilità del Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che ha voluto condividere con noi questa sfida per il rilancio delle infrastrutture locali. Anche per questo è estremamente importante l’avere cancellato l’assurdo blocco che impediva alle Province autonomia organizzativa sul personale: ora sarà possibile assumere in via prioritaria, in una logica di sostenibilità finanziaria, personale tecnico e amministrativo indispensabile per tornare a progettare e lavorare per le opere pubbliche”. “Una Manovra dunque – conclude il Presidente dell’UPI – che restituisce dignità alle Province e che consente agli 850 sindaci e amministratori comunali impegnati in queste istituzioni di lavorare al meglio per assicurare i servizi fondamentali ai cittadini. Le Province non sono più un tabù”.

Le ultime novità

Tra le ultime novità vanno segnalate:
– Come avvenuto quest’anno, la scadenza d’invio del modello Redditi e del Modello IRAP viene fissata al 31 ottobre;
– Slittamento dal 16.09 al 30.09 del termine di invio dei dati delle fatture emesse e ricevute relative al primo semestre;
– Per i contribuenti che ricorrono al 730 precompilato e soprattutto per i Caf e gli intermediari il termine per trasmettere la dichiarazione al Fisco viene fissato al 23 luglio di ogni anno in luogo del 7 luglio. Cosi facendo viene eliminata la doppia scadenza del 7 (con l’invio dell’80% delle dichiarazioni) e del 23 luglio(termine conclusivo).
– Invio del 770 entro il 31.10 di ogni anno.
– Scadenza fissata al 31.10 anche per l’invio delle certificazioni uniche dei redditi dei soggetti esenti o che non sono destinati a entrare nel 730 precompilato
– Introduzione del super bonus per gli interventi combinati di riqualificazione energetica e antisismici. Per tali interventi la detrazione potrà andare dall’80 all’85% a seconda della portata dell’intervento. In sostanza si recupererà l’80% della spesa sostenuta se gli interventi determinano il passaggio da una classe di rischio sismico inferiore e dell’85% se si scende di due classi di rischio.
– Ecobonus: Reintrodotta la detrazione del 65% per le caldaie di classe A con termovalvole, mentre si conferma la detrazione al 50% per le caldaie di classe A.
– Potenziamento delle detrazioni per figli a carico: il tetto per le detrazioni dei figli raddoppia o quasi passando dagli attuali 2.800 euro a 4.000 euro.

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