A una manciata di giorni dalla scadenza (prorogata), manca un decreto attuativo, che dovrebbe disciplinare la sorte del personale in “eccedenza”.
Come spiega Gianni Trovati sul Sole24Ore di ieri “il meccanismo escogitato dalle nuove misure sul riordino delle società partecipate prevede che queste ultime mettano sotto esame i propri organici, e individuino in modo puntuale il personale in eccesso inserendolo in elenchi regionali. Da quegli elenchi dovrebbero pescare le altre aziende pubbliche, che si vedrebbero bloccare le altre possibilità di assunzione tranne che per professionalità specifiche impossibili da trovare negli elenchi”.
Tuttavia il decreto attuativo che ha dovuto mettere insieme a tre ministeri (Economia, Lavoro e Funzione pubblica) si è dissolto nel percorso che dovrebbe condurlo in Gazzetta Ufficiale dopo la transizione per il Consiglio di Stato e la Corte dei conti. Aleggia in questa direzione un problema cruciale: la mobilità per elenchi è modellata sul meccanismo usato per le Province. Tuttavia le aziende non sono Enti pubblici: e i sindacati temono il rischio che la dichiarazione di “esubero” fermi lo stipendio ed inneschi lo scatto degli ammortizzatori sociali. Un nodo che al momento ha bloccato il percorso di attuazione.
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