Amministratori locali: le prospettive per le città del futuro

Il presidente ANCI ai sindaci riuniti a Montecitorio: “Spesa corrente, ci serve un segnale”

14 Novembre 2017
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Attraverso comunicato emesso il 13 novembre 2017 l’ANCI ha messo in evidenza i temi più importanti posti al centro dell’incontro “Le città del futuro. I sindaci nell’aula di Montecitorio” andata in scena ieri mattina a Montecitorio, al quale hanno partecipato 600 sindaci italiani: “Rinnoviamo questo appuntamento annuale tornando qui nel luogo per eccellenza della nostra democrazia e nella casa della funzione legislativa. Una casa che però non può accoglierci: il nostro è l’unico ruolo istituzionale, su base elettiva, che mantiene il privilegio della ineleggibilità. Cambiano le leggi elettorali ma la norma del 1957 non cambia. Eppure sarebbe più attuale e anche più corretto trasformare l’ineleggibilità in una ovvia incompatibilità. Ma noi ci siamo. In qualche modo ‘occupiamo’ quest’aula anche segnalando questa anomalia. E qui raccontiamo, attraverso le nostre storie, la ricchezza dei Comuni italiani provando a delineare i contorni delle “città del futuro”. In questo modo si è espresso il presidente dell’ANCI, Antonio Decaro, nella relazione che ha concluso l’incontro.

Amministratori locali: le parile del presidente ANCI

“Un momento importante di incontro e confronto con le istituzioni per noi che siamo il primo avamposto delle istituzioni – ha detto Decaro intervenendo dopo altri tredici sindaci che hanno raccontato buone pratiche adottate nelle loro città e nei loro paesi –, un momento in cui possiamo ribadire quel patto tra istituzioni nel quale profondamente crediamo. Finalizzato a dare ai cittadini quello che si aspettano dai loro rappresentanti: attenzione e cioè risposte e soluzioni. In questo ultimissimo scorcio di legislatura noi sindaci siamo particolarmente impegnati per ottenere nella legge di bilancio, già soddisfacente sotto l’aspetto degli investimenti, quelle garanzie sulla spesa corrente da cui dipendono i servizi che i Comuni assicurano”. La Legge di Bilancio in corso di discussione in parlamento è stata argomento toccato inevitabilmente da tutti i sindaci intervenuti. E naturalmente anche dalla presidente della Camera, dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, e dal ministro per la Coesione, Claudio De Vincenti, che sono stati i loro interlocutori.

Piccoli Comuni, messa in sicurezza edifici e raccolta differenziata

“Abbiamo bisogno di essere ascoltati – ha confermato Decaro –. Perché ascoltare gli amministratori locali e le loro richieste significa ricavare gli spunti per norme più efficaci, semplici e attuabili. È un principio. E come tale, vale quando si tratta di difendere, puntellare, aiutare a rialzarsi le comunità colpite duramente dal terremoto, vale quando bisogna stare al fianco dei sindaci sotto scorta per aver fatto il loro lavoro fino in fondo, senza paura, vale quando si cerca la strategia per rispondere a una domanda di sicurezza che viene dalle città e vale quando l’obiettivo, complicato, è quello di gestire i flussi migratori”.
Collaborazione tra istituzioni, capacità di ascolto e di mediazione per rispondere alle istanze delle comunità, senso di responsabilità sono le direttrici dell’agire dei sindaci. Che si appellano alle altre istituzioni. “Dare risposte – ha proseguito Decaro – è una missione. Tanti di noi la perseguono con creatività, sperimentando, attuando politiche delle quali si può misurare l’efficacia nel contesto più piccolo per poi adottarle nelle grandi città. Penso alla raccolta differenziata un servizio che sta cambiando: il porta a porta è nato nei borghi e si sta diffondendo ovunque. Penso al bando per le periferie, una grande sfida per città medie e grandi, una sfida che ci ha consentito di dimostrare la nostra capacità di guardare oltre il nostro campanile, di pianificare insieme nell’ambito di un’area vasta, e penso al bando aree degradate o al nuovo fondo per mettere in sicurezza edifici e territori. Penso alle risorse che ancora bisogna individuare per i Piccoli Comuni, un patrimonio di questo Paese, ma anche, se sostenuto, un sistema di comunità che si proietta nel futuro. Noi proviamo a dare quelle risposte che invochiamo anche dai rappresentanti delle altre istituzioni. Ci proviamo perché l’alternativa sarebbe quella di assecondare i professionisti della lamentela, i contestatori a tempo indeterminato, accontentarsi di mettere in scena qualche teatrino da talk show dove nel chiasso generale vale tutto e non rimane nulla”.

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