Piccoli Comuni: la nota di lettura ANCI
Non sono tardate nel pomeriggio di ieri le dichiarazioni del presidente dell’ANCI, Antonio Decaro: “La dimensione demografica non è un difetto, lo spopolamento lo è. Ma lo spopolamento non è una sorte ineluttabile. Con l’approvazione di questa legge finalmente si sancisce la specificità dei Piccoli Comuni, si fissa il principio basilare che questi centri hanno bisogno di politiche differenziate e di sostegno specifico rispetto alle loro peculiarità. E si mette un passo fondamentale per invertire la tendenza. Per quella agenda controesodo che l’associazione dei Comuni ha lanciato durante i lavori dell’assemblea del 30 giugno a San Benedetto del Tronto”.
I Piccoli Comuni, definizione che ricomprende tutti quelli al di sotto dei cinquemila abitanti, sono nel nostro Paese 5.591 e rappresentano il 69,9% dei Comuni italiani: occupano il 54% del territorio nazionale, e sono il luogo in cui vivono 11 milioni di persone. Dal 1971 al 2015 in quasi 2mila Piccoli Comuni la popolazione è diminuita di più del 20%. Ci sono problemi gravi in 3mila comuni.
Per chiarire alcuni rilevanti punti del provvedimento approvato ieri, ANCI ha reso disponibile una interessante nota di lettura nella quale sono sintetizzati i contenuti dell’articolato di legge.
Le dichiarazioni del presidente ANCI, Antonio Decaro
Un’inversione di tendenza, anche sulla base di una analisi statistica condotta da ANCI è tuttavia possibile: 581 Piccoli Comuni hanno fatto registrare un trend demografico positivo del 9% circa tra il 2008 e il 2015. Dove si registra questo “controesodo” il reddito imponibile medio cresce più velocemente. Per consolidare questa controtendenza, sostiene Decaro, è necessario “un finanziamento stabile, un bando destinato alle aree interne, sul modello del bando periferie, in sintesi serve uno strumento di sviluppo affidato ai Comuni”. “La legge appena approvata – prosegue il presidente dell’ANCI – mette a disposizione i primi fondi mirati, 155 milioni, e individua criteri precisi per la loro ripartizione tra i Comuni e i territori con particolari criticità: Comuni in aree con dissesto idrogeologico, con decremento della popolazione residente, con disagio insediativo, con inadeguatezza dei servizi sociali essenziali. Dà cioè gli strumenti per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni e per la riqualificazione e il recupero dei loro centri storici”.
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