Necessario agire su nuove regole per i bilanci locali
Del resto, “ormai i recuperi di efficienza li abbiamo fatti tutti e coi tagli che abbiamo subito non ci sono più margini. Tra il 2011 ed il 2015 abbiamo perso ben 11 miliardi”, dice Decaro. Ora che i tagli sono finiti, rimangono comunque grosse limitazioni: “Il blocco della leva fiscale e le nuove regole sull’armonizzazione dei bilanci che, per quanto si tratti di una scelta positiva, ci hanno creato problemi: siamo stati obbligati ad accantonare somme progressivamente sempre più alte nel cosiddetto fondo crediti di dubbia esigibilità, erodendo spesa corrente e quindi servizi. Il primo anno dovevamo mettere da parte il 35% dei fondi che pensavano di recuperare, poi il 50 e adesso arriveremo al 75 e alla fine dovremo coprire il 100% e allora per noi sarà il colpo finale”.
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Debito: le soluzioni individuate dall’ANCI
Le soluzioni, d’altro canto, sono già state individuate dall’Associazione dei Comuni, che continua a chiedere tra l’altro “la ricontrattazione dei mutui dei Comuni, così come è stato consentito di fare alle Regioni”. In vista della nuova Legge di Bilancio, inoltre, l’ANCI tornerà a ribadire la necessità “di allentare la progressione delle aliquote del fondo crediti di dubbia esigibilità e di sospendere il meccanismo di perequazione, perché se non ci sono a disposizione nuove risorse penalizza troppo i Comuni che perdono trasferimenti. Per gli enti in dissesto e predissesto invece – conclude il numero uno dell’ANCI – chiediamo di poter ripianare i disavanzi in 30 anni e di poter fare transazioni con l’erario e l’INPS. Lo si consente ai privati perché non devono poterlo fare anche loro?”.
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