Lavoro agile nella PA: la direttiva
Nell’arco di 3 anni, in ogni amministrazione, fino al 10% dei lavoratori pubblici che lo richiede si potrà avvalere delle nuove modalità di lavoro agile, mantenendo inalterate le opportunità di crescita e di carriera. “Il lavoro agile – spiega Marianna Madia, responsabile del dicastero della Pubblica Amministrazione Madia – è uno strumento importante di conciliazione vita-lavoro, ma non solo questo: è un’innovazione potente dell’organizzazione del lavoro che mette al centro la tecnologia. È una grande scommessa per cambiare la Pubblica Amministrazione nell’ottica della qualità dei servizi resi al cittadino e nella logica dei risultati”.
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Un nuovo modello di organizzazione del lavoro
“Risultati che – prosegue il ministro – grazie ai nuovi sistemi di valutazione delle performance nella PA, verranno monitorati, misurati e connessi al potenziamento tangibile dei servizi. Perché questo nuovo modello di organizzazione del lavoro, come ogni sperimentazione, avrà bisogno di essere curato nell’attuazione, anche attraverso il prezioso lavoro dei Comitati Unici di Garanzia, affinché si trasformi in un cambiamento positivo nella vita dei lavoratori e dei cittadini”.
Ricordiamo che la Conferenza delle Regioni, 2 settimane fa, aveva dato parere positivo alla direttiva sul lavoro agile del ministro della Pubblica Amministrazione.
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