Smart working nella PA: il tetto del 10% dei dipendenti
Saranno dunque le singole amministrazioni a definire quali settori potranno applicare il cosiddetto “lavoro agile”, che non potrà tuttavia coinvolgere più del 10% dei dipendenti.
La direttiva, accompagnata da un centinaio di pagine di linee guida in cui si dettagliano gli aspetti operativi e assicurativi, mette in atto una doppia regola: quella dell’art. 14 della l. 124/2015 che chiede al Governo di emanare direttive per “conciliare i tempi di vita e di lavoro”, e l’articolo 15 del c.d. “Jobs Act autonomi”, che scandisce una disciplina del lavoro agile senza dividere settore pubblico e privato.
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I punti di rilievo in vista della Conferenza Unificata
Da un punto di vista prettamente operativo sono 3 gli orizzonti decisivi che verranno attuati mediante le nuove istruzioni (operative solo dopo il necessario confronto con gli Enti territoriali):
– sarà compito della singola amministrazione individuare quali settori possono applicare lo smart working;
-sempre compito delle amministrazioni di riferimento sarà tracciare il livello di adesioni sostenibile per gli uffici, all’interno del tetto generale del 10%;
– chi aderisce allo “smart working” non potrà essere penalizzato né in termini economici (lo vieta il “Jobs Act autonomi”) né in fatto di prospettive di carriera.
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