Riforma pubblico impiego: oggi il giorno dell’ok definitivo in Cdm

Al centro dell’esame del Consiglio dei ministri sono posti il codice disciplinare, le nuove regole concorsuali e il decreto che revisiona il sistema dei premi di produttività

19 Maggio 2017
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Riforma pubblico impiego, è arrivato il grande giorno: l’approvazione definitiva del disegno di riordino del lavoro pubblico giungerà oggi in Consiglio dei ministri: al centro dell’esame del Cdm sono collocati il codice disciplinare, le nuove regole concorsuali e il decreto che revisiona ulteriormente il sistema dei “premi di produttività” ai dipendenti statali.

Subito in vigore, transitati i 15 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, anche i parametri che allungano i tempi dei recuperi per il salario accessorio riconosciuto negli anni scorsi a chi lavora in Regioni ed Enti locali e poi giudicato illegittimo dalla Corte dei conti dopo le ispezioni della Ragioneria generale. Alle amministrazioni che devono recuperare a carico dei fondi di questi anni i soldi di troppo erogati in passato saranno date due possibilità alternative per allungare i recuperi oltre il triennio contrattuale ordinario: spalmare le rate per il periodo sufficiente a evitare tagli superiori al 25% del fondo che finanzia le voci accessorie dello stipendio, oppure optare per il tempo supplementare fisso da cinque anni.

Ecco le novità più importanti che dovrebbero emergere in maniera nitida dalla approvazione di oggi.

Visite fiscali. A partire dal 1° settembre tornerà all’INPS il compito di guidare le visite fiscali, con una nuova convenzione e un decreto che dovrebbe allineare gli orari di reperibilità nel pubblico e nel privato,

Stabilizzazione precari. Dal 1° gennaio tramonteranno le co.co.co continuative anche nella PA e partirà il piano per la stabilizzazione dei precari.

Riforma codice disciplinare dipendenti PA. Le novità più importanti prendono il via però dal nuovo codice disciplinare, che fra gli altri aspetti contribuisce ad ampliare, portandoli da sei a dieci, i casi che possono portare alla sanzione massima del licenziamento. Accanto a false timbrature, assenze ingiustificate, false dichiarazioni per ottenere posti o promozioni, le nuove regole impongono l’addio a chi viola in modo “grave e reiterato” i codici di comportamento, mostra uno “scarso rendimento” a causa di reiterate violazioni degli obblighi per le quali è già stato sanzionato, oppure va incontro a “costanti valutazioni negative”. Proprio su tale versante giunge una delle novità più rilevanti dell’ultimo testo, dal momento che la sua versione definitiva spiegherà con grande probabilità che al fine di determinare il licenziamento la valutazione negativa dovrà ripetersi per tutti e tre gli anni coperti da ogni contrattazione.

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