Province e Città metropolitane: la giornata di mobilitazione
“Mi hanno chiesto se sostenga l’UPI. Ho risposto che la domanda è non è ben posta. ANCI e UPI siamo ormai tutti rappresentanti di un’unica categoria: consiglieri comunali e sindaci eletti da consiglieri comunali e sindaci per governare nell’interesse dei cittadini le aree vaste, che si chiamino Province o che si chiamino Città metropolitane”.
Il numero uno di ANCI ha poi illustrato i tagli patiti negli anni. “Siamo stati il bancomat dello Stato: a noi il compito di recuperare fondi e poi l’obbligo di girarli. Dal 2011 al 2016 i rimborsi allo Stato sono passati da 112 a 923 milioni di euro”.
ANCI: gli obiettivi per uscire dall’emergenza
Da queste premesse affiorano due tipologie di necessità in ottica presente: in primo luogo quella consistente nell’uscire dalla condizione di emergenza. “Personalmente spero che le voci riguardanti la proposta di alcuni emendamenti utili a rifinanziare la realtà delle Province e Città metropolitane siano vere. Comunque ho fiducia nell’azione di queste ore di parlamento e governo”.
Il secondo obiettivo risiede nel rilanciare delle istituzioni che hanno l’ambizione di essere quello per cui sono nate: “L’architrave dello Stato in funzione dello sviluppo”. Decaro annuncia: “Presenteremo al governo una proposta di una nuova architettura istituzionale che tenga insieme Città metropolitane, Province e associazioni volontarie di Comuni. Dopo il 4 dicembre ci siamo tutti convinti della necessità di un tagliando alla Legge Delrio. Conserviamo funzioni importanti, essenziali per i cittadini, rispetto alle quali devono essere garantiti i relativi indennizzi”.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento