Divieto di accesso, nonostante il FOIA gli atti amministrativi restano in cassaforte

Il provvedimento del governo alla prova dei fatti: Comuni e Csm svicolano

La Stampa
8 Febbraio 2017
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Quando è stato lanciato sembrava la rivoluzione: trasparenza, efficienza, servizio al cittadino. «Chiunque potrà chiedere documenti e ottenerli entro un mese», proclamava il ministro Marianna Madia. Il Foia, così ribattezzato sulla falsariga del Freedom Information Act americano, prometteva di trasformare la pubblica amministrazione nella casa di vetro che tutti, a parole, vorrebbero. Ma è davvero così? Abbiamo fatto un esperimento per testarlo. Poche ore dopo la sua entrata in vigore il 23 dicembre scorso, abbiamo inviato diverse richieste di accesso civico. La prima al Csm, per vedere se documenti prima preclusi fossero ora accessibili. Le altre a quattro amministrazioni comunali diverse per vedere come si sarebbero comportate di fronte al nuovo istituto. Il risultato è stato piuttosto deludente. La fosca previsione di Foia4Italy e di altre associazioni di cittadini che avevano spinto per la legge – troppe eccezioni la renderanno inutile – sembra per ora che si sia avverata…

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