Verso il rinnovo del contratto degli statali: prosegue il confronto

I 4 punti cardine della trattativa: welfare, produttività, lotta all’assenteismo, accordo quadro su malattie, congedi e permessi

29 Novembre 2016
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Sembrerebbero 4 gli ambiti tematici che costituiscono gli spazi di manovra per la trattativa in merito all’intesa sul rinnovo dei contratti degli statali, su cui i lavori proseguono anche dopo la pugnalata arrivata dalla Corte costituzionale sulla riforma Madia anche per quel che concerne il nuovo Testo Unico del Pubblico Impiego. Eccoli delineati qui:
Welfare integrativo;
Spinta fiscale ai premi di produttività (85 euro medi a regime concentrando però gli aumenti sulle fasce di retribuzione “che maggiormente hanno sofferto la crisi economica e il blocco della contrattazione”;
Lotta alle forme di “assenteismo anomalo”;
– Rilancio dell’accordo quadro su malattie, congedi e permessi.

Il ministro Madia ha spiegato che la sentenza costituzionale “complica” anche la partita dei contratti, perché fra l’altro richiede l’intesa con le regioni anche per il decreto sul pubblico impiego da presentare entro febbraio. Complicare, però, non vuol dire arrestare. L’obiettivo è stato rilanciato ieri dal premier Matteo Renzi nella nuova conferenza stampa di presentazione della manovra dopo il via libera del Senato. “Noi siamo pronti – ha detto il premier, in vista del nuovo incontro fra governo e sindacati in agenda per domattina alle 11 -, e cercheremo di chiudere mercoledì se ci saranno le condizioni”.
Per giungere al traguardo è necessario ovviamente un compromesso, e sul piano del metodo il modello indicato da Palazzo Chigi è quello dell’accordo appena raggiunto fra imprese e sindacati sul nuovo contratto dei metalmeccanici.

Le parole dei sindacati in merito: “È importante non vanificare il clima di dialogo positivo nel paese tra Governo e parti sociali, chiudendo l’accordo quadro nell’incontro programmato domani”, rilancia la leader della Cisl Annamaria Furlan, e anche secondo Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, “non c’è più tempo. Se gli ostacoli persistessero – ha aggiunto – la presidenza del Consiglio dovrebbe assumersi direttamente la responsabilità di risolvere la vertenza, convocando le parti a Palazzo Chigi e chiudendo il confronto in questa settimana”.
Il nodo da sciogliere va poi, ovviamente, cercato a livello di coperture economiche: la parola d’ordine (anzi la cifra) che echeggia è la seguente: “85 euro”. Tale cifra, spiega il responsabile del dicastero dell’Economia Pier Carlo Padoan ribadendo la linea già tracciata dal ministro Marianna Madia, indica gli “aumenti medi a regime”, ovverosia al 2018, ed è calcolata anche con l’obiettivo di non allontanare troppo le dinamiche dei salari pubblici da quelle vissute con i rinnovi nei principali comparti del privato. Secondo i sindacati gli 85 euro indicherebbero la base minima dei ritocchi. Nel frattempo il confronto continua.

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